In piazza per chiedere a Governo, Regione e Comuni le risorse necessarie per aumentare le pensioni e per garantire servizi sociali adeguati ai pensionati. E’ prevista un’ampia partecipazione di pensionati da tutta l’Emilia-Romagna alla manifestazione regionale unitaria organizzata mercoledì 5 novembre a Bologna dai sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil.
“La nostra è una mobilitazione unitaria e condivisa – affermano i segretari regionali Maurizio Fabbri (Spi-Cgil), Franco Andrini (Fnp-Cisl) e Luigi Pieraccini (Uilp-Uil -, perché comuni sono gli obiettivi: sostenere le pensioni e garantire la qualità della vita di tutti gli anziani, sollecitando tanto il Governo quanto la Regione e gli enti locali”.
Il corteo dei pensionati partirà da piazza VIII Agosto alle ore 9.30, attraverserà via Indipendenza, via Righi, piazza Verdi, via Zamboni e via Rizzoli per poi concludersi alle ore 11.00 in piazza Maggiore, con gli interventi dei segretari regionali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil.
“Dopo aver contribuito a costruire l’Italia, i pensionati hanno ora il diritto di vivere con un reddito dignitoso, in una società giusta e solidale – continuano Fabbri, Andrini e Pieraccini -. Negli ultimi 10 anni le pensioni hanno però perso oltre il 30% del potere d’acquisto. Nel corso del 2008 abbiamo avuto un’inflazione ufficiale di oltre il 4%, che sale al 6% per i generi alimentari, quei consumi che non si possono tagliare e che più pesano nei bilanci dei pensionati. E’ una vera emergenza che colpisce principalmente i redditi fissi, gli unici che non si possono difendere”.
Per restituire potere d’acquisto ai pensionati, Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil dell’Emilia-Romagna chiedono al Governo di attivare, così com’è previsto dal decreto Damiano, il tavolo di confronto permanente per definire gli interventi necessari per rivalutare le pensioni tenendo conto dell’andamento dell’economia e dell’inflazione.
“La finanziaria va cambiata – sono le parole di Fabbri, Andrini e Pieraccini -. Il Governo deve trovare le risorse adeguate per sostenere gli anziani in difficoltà, estendendo la quattordicesima mensilità a tutte le pensioni e riducendo il prelievo fiscale. E non dimentichiamo che mancano ancora i giusti finanziamenti per il fondo nazionale sulla non autosufficienza”.
Pur consapevoli dei tagli imposti dal Governo, i pensionati dell’Emilia-Romagna si dichiarano fermamente contrari a un ridimensionamento dei servizi sociali da parte di Regione e Comuni: “L’emarginazione sociale degli anziani è una condizione intollerabile in un paese civile e ancora di più in una regione avanzata come l’Emilia-Romagna – aggiungono i segretari di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil dell’Emilia-Romagna -. Per questo chiediamo politiche regionali e comunali per il contenimento dei prezzi, delle rette e delle tariffe, utilizzando anche gli utili provenienti dalle società partecipate dagli enti locali”.
I pensionati di Cgil, Cisl e Uil annunciano, inoltre, di aver aperto un tavolo di confronto con la Regione con l’obiettivo di sviluppare il welfare e migliorare gli attuali standard socio-sanitari, partire dall’aumento dei finanziamenti per la non autosufficienza, “a cui vanno destinate le risorse derivate dall’addizionale Irpef”.
Ma soprattutto, nel negoziato con la Regione i pensionati si impegneranno per costruire un modello sociale alternativo: “Abbiamo bisogno di un cambiamento culturale che consideri la spesa sociale un investimento per lo sviluppo di tutta la società – concludono Fabbri, Andrini e Pieraccini -. Bisogna sconfiggere le derive antisociali in crescita nel Paese e insieme alla Regione e a molti nostri Comuni possiamo lanciare il progetto di una società fondata sulla coesione sociale e sull’universalità dei diritti di cittadinanza”.