“Dovrebbe essere equiparati a qualsiasi altro edificio destinato ad uso diverso dall’abitazione privata, con tutti gli obblighi e le normative di leggi e di rispetto altrui, tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa purché non si tratti di riti contrari al buon costume”. Così il Consigliere comunale Nicola Caserta, Gruppo Misto Sassuolo.
“Non era necessario la presentazione di numerosi interrogazioni sulla questione moschee e il problema clandestini, per evidenziare le nostre rispettive inconciliabile valutazioni dei problemi sociali che la destra da tempo cavalca, strumentalizza, ai fini di una campagna elettorale creando non pochi problemi a chi da tempo si impegna con i fatti a rispondere a nuove trasformazioni sociali in atto. l’occasione per una doverosa riflessione, limitandomi, alla lamentata condizione che secondo il parere della destra” privilegia sempre di più la popolazione extracomunitaria residente”.
“L’immigrazione:
Nelle stazioni ferroviarie dell’Italia meridionale capitava assai spesso di scorgere miseramente rannicchiati in fondo alle sale di aspetto intere famiglie pronte a partire, visibilmente stupiti chi passava per caso, chi veniva di proposito a vedere quei poveri cristi, io mi stupivo della loro curiosa pietà. Altri scappavano perché vicino a quelli, cera odore di puzza.
C’ero anch’io nei corridoi di quel treno, stretti come sardine che portava al nord: i miei occhi sbalorditi a guardare i paesaggi, silenzio e paura, poca roba nella valigia legata con un filo di spago, ti allontanavi dalla tua terra e dai tuoi cari, sperando che un giorno farai fortuna e ritornerai, il cuore ti scoppia ma non piaggi, devi essere un uomo forte.
Era una mattina di ottobre faceva freddo, in una zona chiamata ponte fossa dovevo fermarmi lì, a due passi una fabbrica, qualcuno mi aspettava.
Buongiorno si sieda, ‘grazie’.. che facevi al tuo paese.. ‘lavoravo alla giornata’..quanto guadagnavi..’pochi soldi in nero’.. il cibo era sufficiente per te e per la tua famiglia.. ‘no’.. ai dei soldi.. ‘nemmeno una lira’.. ma non ai proprio niente.. ‘non ho nulla’.. tieni cento mila lire e domani vieni alle otto a lavorare.. ‘grazie, grazie, grazie’.
Premesso che immigrare è un diritto e che quelle persone in carne ed ossa che se ne avvalgono (per sfuggire ad oppressioni e povertà) affrontando situazioni difficili e drammatiche (a cominciare dall’abbandono del luogo di origine) al migrante si deve rispetto anche perché la ricerca di una nuova vita migliore rimane una delle libertà fondamentale.
Da sempre, storicamente, l’evoluzione della nostra specie è fondata sulla migrazione e il migrante ha un ruolo importante nella crescita. La nostra storia di paese tradizionalmente di emigrazione non ha insegnato nulla se ci sono forze politiche che fanno pressione sulla opinione pubblica per sostenere una identità nazionale o regionale, oggi, contro gli stranieri e, in un recente passato, contro italiani di regioni o città diverse (ricordo a questa mia città cartelli con scritte non si affitta ai meridionali) in sostanza alcuni considerano il migrante non come un cittadino ben si come una merce, una forza lavoro a basso costo. Privilegiare gli “indigeni” rispetto ai migranti alimenta il pregiudizio che considera l’immigrato come un pericolo. Il migrante viene, ha volte, rappresentato come un individuo di cui sospettare e diffidare e criminalizzare seconda la sequenza”, quindi, ‘extracomunitario’, ‘clandestino’, ‘irregolare fuori legge’ è criminale (da ricordare che, l’ultimo decreto flussi – settembre 2008 – del Governo Berlusconi approva la regolarizzazione di altri 170 mila immigrati, domanda, questi hanno diritto di pregare?)
La priorità non è quindi quella di esaltare un ingiustificato allarme sociale, ma di impiegare notevoli risorse considerate non come costi ma investimenti per il futuro della nostra società. Il teorema secondo cui impegnarsi per gli immigrati, significherebbe perdere consensi ha coinvolto anche alcuni di coloro che per gli immigrati si battono, nel senso che , in alcuni casi, si è terminato di sfidare apertamente le latenti tendenze xenofobe e le campagne montate dalle destre contro immigrati e contro ogni politica che li considerano, pienamente cittadini.
E’ da apprezzare il passaggio da politica “difensiva“ ad una programmazione di investimenti ed a una creazione di nuovi servizi che forniscono alla società gli strumenti idonei per l’incontro con la ormai stabile presenza di migranti che ha già prodotta una seconda generazione, e che, quindi propone problemi complessi; considerato in fine, che gli immigranti con il loro lavoro contribuiscono alla ricchezza del paese e che pagano le tasse penso che sia equo riconoscere al migrante residente il diritto di cittadinanza fondato sul principio per cui dove si vive onestamente là si ha diritto di essere cittadini a pieno titolo con particolare riguardo al diritto all’istruzione, alla, casa, al lavoro, alla salute e al voto a cominciare da quello amministrativo.
Esprimo, per tanto, la mia contrarietà – conclude Caserta – alle proposte in discussione propagandiste di destra in quanto ritengo che le affermazione in essa contenute appartengono a una concezione politica che nulla ha a che vedere con l’equità e che non propone nulla per governare i profondi e reali mutamenti sociali del nostro tempo in un mondo che deve essere ed è sempre di tutti”.
(Nicola Caserta, Gruppo Misto, Sassuolo)