La rassegna “Con le radici in aria”, l’iniziativa culturale che l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia assieme Centro di ricerca del Laboratorio di Studi Linguistici e Multimediali “Gabrina degli Albeti” della Fondazione Studium Regiense sta promuovendo in questo autunno, continua proponendo a tutti gli interessati la visione di “Paradise Now”, pellicola del 2005 che alla sua uscita fece molto parlare di sé per come affrontava il tema dei kamikaze palestinesi.
Martedì 4 novembre 2008 alle ore 17.00 presso la Mediateca della Biblioteca Universitaria Interdipartimentale di Reggio Emilia (via Allegri, 9), sarà ospitata la visione della pellicola vincitrice di un Golden Globe come migliore Film straniero e nominata per l’Oscar nella stessa categoria. La visione sarà preceduta da una presentazione da parte del dott. Tullio Masoni.
“Con le radici in aria” è una rassegna che approfondisce i temi dell’immigrazione e dell’integrazione nelle società odierne attraverso lo sguardo che di queste realtà letteratura e cinema sanno dare. Il cinema e la letteratura sono gli strumenti che guideranno i partecipanti lungo un’analisi delle trasformazioni sociologiche e culturali nelle società in cui l’alterità e la mescolanza diventano tra le principali caratteristiche delle società stesse.
Tullio Masoni
E’ nato nel 1946 a Correggio. Collaboratore fisso di Cineforum dal 1978, della Gazzetta di Reggio dal 1985 e, occasionalmente, di altre testate specializzate fra cui Bianco & Nero e Radio 3.
Ha pubblicato in volume monografie su Ferreri, Amelio, Bellocchio e, in collaborazione, Tarkovskij, Soldini, Mazzacurati, Olmi. Compare in numerose opere collettanee con saggi. Ha collaborato a festival cinematografici quali: Mostra di Pesaro, Trieste film Festival, Brescello. Svolge attività didattica e nel 2000 ha ottenuto il premio nazionale Pietro Bianchi con un saggio su Vittorio Gassman.
Paradise Now (Francia,/ Germania/ Olanda/ Israele, 2005) Regia di Hany Abu-Assad.
Due giovani aspiranti kamikaze di Nablus, Said e Khaled, sono finalmente chiamati dall’organizzazione per compiere un attentato. L’azione rappresenta per Said la possibilità di riscattare l’onore della famiglia dopo che suo padre, accusato di collaborazionismo con gli israeliani, è stato ucciso. L’altro, Khaled, conosce una militante pacifista proprio quando l’azione terroristica sembra inarrestabile. L’incontro insinua gravi dubbi nei suoi propositi e il compagno, nel frattempo scomparso, viene fermato dalla polizia e sospettato di tradimento come già era accaduto a suo padre L’interrogatorio cui è sottoposto dall’organizzazione, cancella però ogni sospetto sulla sua fedeltà. In cammino verso Israele, Kahled tenta di convincere l’amico a rinunciare alla missione. Girato con ritmi serrati e sapiente accortezza drammaturgica il film, opera di un giovane regista palestinese cresciuto in Olanda, lavora sulla tensione indotta dal meccanismo a tempo (l’attentato) e dal dubbio man mano insinuato nella mente degli attentatori. La storia è raccontata dal punto di vista di questi ultimi; ciò la rende insolitamente problematica, ma non manca che vi ha ravvisato un pacifismo facile e di comodo. (a cura di Tullio Masoni).