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Finanziaria, Unindustria: pagano imprese in difficoltà

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Sono soprattutto le aziende con un risultato di gestione appena sufficiente o addirittura negativo quelle penalizzate dall’indeducibilità degli oneri finanziari prevista dalla Finanziaria 2008: è quanto emerge da una indagine di Unindustria Bologna, che ha analizzato i bilanci 2006 di 893 imprese, simulando gli effetti relativi all’indeducibilita’ degli interessi passivi prevista dalla manovra.


Unindustria Bologna ha trasmesso i risultati di tale indagine a Confindustria, affinchè solleciti al Governo un pronto intervento di modifica.
La Finanziaria 2008 – rileva Unindustria Bologna – ha infatti ridotto le aliquote IRES e IRAP soprattutto in due modi: eliminando meccanismi di differimento del carico tributario (ammortamenti anticipati e allungamento della durata dei leasing) o rinviando nel tempo la deducibilita’ di oneri (interessi passivi).

Sulla base della simulazione effettuata da Unindustria, il 27% delle aziende bolognesi analizzate (244 su 893) risulta colpito dal provvedimento che limita la deducibilità degli interessi passivi.
Di queste 244 imprese, circa la metà (120, pari al 49%) presenta un risultato ante-imposte o un risultato operativo negativo.
Anche tra il restante 51% (124 imprese) con risultato operativo in utile, molte hanno comunque margini di guadagno ridottissimi rispetto alla media delle imprese esaminate.
Infatti, il loro risultato operativo lordo (ROL) rispetto al valore della produzione è mediamente dell’ 8%. Mentre, se calcolato su tutte le 893 aziende del campione, il ROL si attesta sul 10%.
Inoltre, dalla simulazione di Unindustria emerge una particolare penalizzazione del comparto edile. Infatti, il 13% delle aziende colpite dalla indeducibilita’ degli oneri finanziari e’ costituito da imprese di costruzione e lavori stradali.

“Le aziende penalizzate” afferma Stefano Aldrovandi, Consigliere delegato di Unindustria Bologna per le politiche fiscali ed il credito “sono sostanzialmente quelle che presentano un risultato di gestione ridotto o addirittura negativo. E’ il caso delle imprese appena nate e in fase di start-up, di quelle in fase di ristrutturazione, di quelle che sono in perdita causa crisi di settore o altri fattori di carattere gestionale, organizzativo, finanziario, o anche molte piccole imprese sottocapitalizzate”.
“Non solo -aggiunge Aldrovandi – ma risultano altrettanto penalizzati interi settori produttivi che operano per conto terzi in settori con margini di guadagno ridotti: realta’ che, peraltro, sono gia’ colpite dalla concorrenza delle imprese dei Paesi a basso costo del lavoro. Di fatto, quando un’impresa è in difficoltà, il Fisco contribuisce a darle il colpo di grazia”.