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Vertice in Provincia sulla crisi del ‘Domani’ di Bologna, rinviata la chiusura

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Si è svolto questa mattina in Provincia l’incontro urgente richiesto alle Istituzioni locali e alla Regione dai sindacati territoriali, di categoria
e aziendali dopo la prospettata chiusura da sabato 1 novembre del quotidiano ‘Il Domani’ di Bologna.

Nella sala Verde di palazzo Malvezzi la
presidente Beatrice Draghetti, l’assessore provinciale al Lavoro Paolo Rebaudengo, l’assessore regionale alle Attività produttive Duccio Campagnoli e Sergio Aleotti dello staff del sindaco del Comune di Bologna hanno dapprima incontrato i giornalisti del quotidiano e i rappresentanti sindacali (presenti, tra gli altri, il segretario nazionale aggiunto della Federazione della stampa, Giovanni Rossi e il presidente dell’Associazione giornalisti dell’Emilia-Romagna, Camillo Galba).

Poi, nella sala Rossa, c’è stato l’incontro tra le Istituzioni e la proprietà, rappresentata
dall’amministratore delegato della Editoriale Bologna Srl, Dino Tavazzi e dal presidente del Consiglio di amministrazione Claudio Mengoli (presente anche un rappresentante della Lega provinciale delle cooperative).
La mediazione delle Istituzioni ha prodotto un primo risultato: la proprietà ha infatti accettato di procrastinare la chiusura del Domani di una settimana. L’annuncio è stato dato dall’amministratore delegato Tavazzi a tutti i partecipanti riuniti in seduta plenaria.

Mercoledì prossimo, 5 novembre, alle ore 16, le parti si sono riconvocate in Provincia, a
“giornale aperto”. Il rinvio della chiusura dovrebbe consentire di verificare, in particolare, i problemi finanziari che gravano sulla testata
e le eventuali ipotesi di continuità editoriale con una nuova partnership.

L’esame delle possibili soluzioni negoziali tra le parti verrà fatto nel corso del vertice di mercoledì prossimo.

“Il risultato dell’incontro di oggi – dice l’assessore Rebaudengo – ha consentito di evitare la brusca e traumatica rottura tra le parti e la immediata perdita del lavoro per i 17 giornalisti e gli otto poligrafici che lavorano al Domani. L’auspicio è che questa boccata di ossigeno serva davvero a individuare le possibili soluzioni per non spegnere una voce così
importante per il pluralismo dell’informazione nel nostro territorio”.