L’Emilia Romagna continua a fare da traino nazionale nell’export di beni e servizi registrando un aumento dell’11,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato, riferito al secondo trimestre 2008, risulta ben superiore a quello nazionale (5,7%). Nel semestre, la crescita del’export è stata del 9%, contro il 5,3% nazionale. E’ quanto emerge dai dati provenienti dai vari distretti industriali dell’Emilia Romagna, realizzato dal servizio studi e ricerche di Carisbo (Gruppo Intesa -Sanpaolo).
I buoni risultati dell’Emilia Romagna – sottolinea la ricerca – sono spiegati dal maggior peso di alcuni distretti specializzati nella meccanica o nell’alimentare, ma anche da produzioni che, come le calzature o il tessile-abbigliamento, risultate altrove penalizzanti.
Nel settore meccanico, nel periodo aprile-giugno, si conferma il trend positivo de macchine agricole di Modena e Reggio Emilia, mentre le macchine per l’imballaggio di Bologna hanno mostrato segni di accelerazione.
Nei mesi primaverili sono tornate a crescere anche le macchine per il legno di Rimini e le macchine utensili di Piacenza, mentre la Food Machinery di Parma ha subito un fisiologico arretramento dopo un 2007 eccezionale (+36,3% rispetto al 2007).
Nel Sistema moda, invece, hanno brillato l’abbigliamento di Rimini e le calzature di San Mauro Pascoli, che hanno toccato tassi di crescita compresi tra il 17% e il 30%.
La situazione congiunturale si è mantenuta difficile per l’importante distretto delle piastrelle di Sassuolo che, tuttavia, nonostante i pesanti arretramenti subiti sul mercato americano, ha mostrato segni di tenuta, puntando su nuovi mercati e consolidando la propria presenza in alcuni tradizionali sbocchi commerciali.