L’Amministrazione comunale di Modena continuerebbe a concedere l’utilizzo delle aree pubbliche attrezzate riservate ai nomadi, e realizzate negli anni con ingenti investimenti pubblici, senza pretendere da coloro che le occupano il pagamento di canoni di affitto o di occupazione. È quanto segnala in un’interrogazione Andrea Leoni (FI-PDL) che chiede in merito conferma alla Giunta regionale.
Il consigliere giudica la mancata corresponsione di un canone annuo per l’affitto e l’occupazione delle piazzole in questione “un privilegio” nei confronti degli altri cittadini che sono sottoposti al pagamento di canoni per l’occupazione del suolo pubblico. Di qui la richiesta alla Regione di sollecitare gli enti locali all’introduzione di un canone di concessione subordinando il diritto offerto ai titolari di tale concessione al rispetto di precisi doveri, tra cui l’obbligo non avere subito condanne per reati penali e, per i minori, di frequentare la scuola pubblica. Tale canone, oltre a essere, “funzionale a un parziale recupero degli ingenti investimenti sostenuti dall’Amministrazione comunale di Modena per la realizzazione dei campi nomadi” – suggerisce il consigliere – potrebbe anche rappresentare “un valido strumento di responsabilità nel processo di integrazione dei nomadi che consenta di passare dalla stagione dei soli diritti anche quella dei doveri”.
“Con nota stampa del 30 settembre 2008, – ricorda in proposito Leoni – l’Amministrazione comunale di Modena ha ribadito la necessità che il percorso di integrazione dei nomadi debba prevedere l’assunzione di uguali diritti ed uguali doveri al resto della popolazione”. Ed è proprio in questa logica – commenta l’esponente di fi-pdl – che è opportuno richiedere anche ai nomadi che vivono nelle microaree il pagamento di un canone di affitto o una tassa di concessione, proprio come si richiede di fare a tutti i cittadini che occupano suolo pubblico a fini residenziali e non.