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Summit sul fiume Po a impianti fermi

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Impianti definitivamente fermi e summit, nei giorni scorsi, sul fiume Po con i vertici dei tre Consorzi di Bonifica che grazie all’impianto qui realizzato negli anni Settanta, ora irrigano tra Reggio, Modena e Mantova a Nord della via Emilia e in destra Po.

“Tuttora viviamo in una condizione di prolungata siccità. E’ per questo che, insolitamente, la stagione irrigua appena conclusa si è protratta da marzo a settembre inoltrato – spiegano Marino Zani, Emilio Bertolini, Ada Giorgi presidenti dei Consorzi di Bonifica Parmigiana Moglia Secchia, Bentivoglio Enza, Terre dei Gonzaga in destra Po – in questo modo abbiamo potuto consentire la completa maturazione di uva e frutta”.

UN SENSIBILE RISPARMIO
“Da Po – puntualizzano Marino Zani e Salvatore Vera, presidente e direttore – la Parmigiana Moglia Secchia attinge il 60% del suo fabbisogno idrico (pari a 64 milioni di metri cubi) per irrigare a Reggio Emilia e Modena, il restante da Secchia (pari a 41 milioni di metri cubi). Attraverso lo strumento ‘consiglio irriguo’ siamo stati in grado di dire alle aziende (70.000 ettari irrigati) quando è effettivamente necessario intervenire. I tre consorzi assieme nel 2008 hanno derivato a Boretto 139 milioni di metri cubi d’acqua che, rispetto alla media dei 5 anni precedenti, significa una riduzione del prelievo del 20%, con un ulteriore e sensibile risparmio di energia. Anticipando l’invaso dei canali da Secchia già a marzo, abbiamo ottenuto un ulteriore risparmio energetico, perché l’acqua viene derivata senza pompaggio”.
INVASI NELLA TERRA DEI PRATI STABILI
“E’ stato una anno difficile – fa eco Emilio Bertolini, presidente del Consorzio di Bonifica Bentivoglio Enza – eppure abbiamo soddisfatto completamente le esigenze delle colture. Certo, è piovuto molto a giugno, ma nei mesi da luglio a settembre abbiamo registrato 88 giorni senza pioggia. Tuttora siamo in condizione di siccità, e le falde ne risentono. La BentivoglioEnza ha derivato 32 milioni di metri cubi d’acqua da Po (3 milioni in meno rispetto all’anno 2007) e 27 milioni di metri cubi dall’Enza. Soprattutto è su quest’ultima area produttiva, dove massima è la presenza del prato stabile che oltre ad essere vitale per la produzione del Parmigiano-Reggiano ha un’elevato valore ambientale, che la situazione idrica è apparsa critica. Pur avendo prelevato dal torrente più acqua rispetto all’anno 2007 (9 mil. in più) solamente 13 milioni sono stati distribuiti sul terreno. a dimostrazione che l’Enza offre ampie disponibilità d’acqua in misura inversa alle necessità irrigue. Così quando le produzioni abbisognano di acqua, il torrente non è in grado di darne a sufficienza. L’amministrazione provinciale si è impegnata a costituire, assieme a Parma, un tavolo congiunto per verificare la fattibilità di costruire medi invasi sul corso dell’Enza. Il tempo passa e questo tavolo non è ancora stato attivato: mi auguro che la situazione si sblocchi velocemente. Non parliamo, infatti, della diga di Vetto, ma di altri impianti, congiuntamente individuati dai Consorzi di bonifica ed Enià, in grado di alleviare una situazione idrica dell’area da tempo critica”.
PROGETTI INNOVATIVI PER IL RISPARMIO IN DESTRA PO
Non ultima, la situazione irrigua in destra Po, tra mantovano e reggiano, gestita dal Consorzio Terre dei Gonzaga: “Abbiamo gestito in modo ottimale l’annata – è il commento di Ada Giorgi -, le quote di Po hanno consentito di potere pompare tutta la stagione (situazione ben diversa dal 2003). A metà estate il bilancio era nettamente positivo, poi però è subentrata la siccità e abbiamo dovuto addurre più acqua. Nel complesso abbiamo irrigato su 41.000 ettari (31.000 nel Mantovano e 10.000 nel Reggiano), tutti in destra Po, servendo, con 35,5 milioni di metri cubi prelevati da Po, duemila aziende agricole attraverso una rete 1.000 km di canali. Abbiamo cessato le derivazioni 15 settembre, svasando i canali con molta cautela per mantenere quanto più possibile le condizioni ambientali ottimali affinché i pesci potessero conservarsi il più a lungo possibile e, in caso di necessità, consentire interventi di recupero. Infine, l’irrigazione ha una valenza ambientale: è una risposta di adattamento al cambiamento climatico che, purtroppo, tende a concentrare le precipitazioni. Un occhio di riguardo al futuro: per proseguire sulla strada del risparmio idrico abbiamo avuto finanziati due progetti, finanziati dal Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali, per un totale di 6.800.000 euro. Il primo progetto è finalizzato a portare acqua in maniera capillare alle aziende, il secondo è un progetto pilota a servizio di un’area di 1.000 ettari di terreni, nel Comune di Pegognaga, per provare a portare acqua a bassa pressione e contenere le perdite da percolazione”.