La Giunta comunale ha approvato, su proposta del sindaco Sergio Cofferati, il conferimento per l’anno 2008 del premio “Il Nettuno d’Oro” a Vittorio
Franceschi. Il premio viene assegnato a cittadini che abbiano onorato con la propria attività professionale e pubblica la città di Bologna.
Di seguito la motivazione: “Vittorio Franceschi, attore, autore, regista teatrale e poeta, è nato a
Bologna dove tuttora risiede. Intellettuale intenso e discreto è tra i migliori autori-attori che calcano
le scene teatrali italiane. E’ davvero difficile riassumere il fitto e vario percorso artistico, lungo
quasi cinquanta anni, nel corso del quale Vittorio Franceschi ha spaziato dal cabaret all’impegno politico, dal monologo alla commedia, e che lo ha
visto lavorare come attore nei principali Teatri Stabili italiani (Roma, Genova, Torino, Bologna, Trieste, Bolzano, Palermo e Piccolo di Milano) e
all’estero con la Comédie de Genève.
Dopo le prime esperienze di teatro-cabaret all’inizio degli anni ’60, nel 1968 con Dario Fo e Franca Rame è tra i fondatori di Nuova Scena, associazione che darà vita a un circuito teatrale alternativo, primo passo di quel decentramento teatrale che da lì a poco interesserà la maggior parte delle regioni italiane.
Vittorio Franceschi resta alla guida di Nuova Scena fino al 1981, anche dopo l’uscita di Fo e Rame, e ne trasferisce la sede da Milano a Bologna
trasformandola in cooperativa.
“L’Amleto non si può fare”(1976), “Scacco Pazzo”(1991), “Il sorriso di Daphne”(2005), produzioni realizzate a Bologna con il Teatro stabile Nuova Scena-Arena del Sole, sono solo alcune delle sue opere che hanno ricevuto i
premi più prestigiosi.
I suoi lavori sono stati rappresentati in Francia, Germania, Svizzera, Polonia, Russia, Finlandia, Scozia e Spagna. Non si può dimenticare infine l’importante attività didattica che continua a svolgere tuttora presso la Scuola di Teatro di Bologna.
Con Vittorio Franceschi la scrittura drammatica affronta le grandi questioni dell’umanità, senza mai rinunciare a far sorridere, a sbozzare
ritratti di uomini e donne veri, vicini, con una capacità di sondare l’animo umano straordinariamente lucida e delicata, in una struttura sintattica fluida, pulita e ben orchestrata nella distribuzione dei
dialoghi e dei monologhi.
Per questo suo straordinario percorso nella parola teatrale, intrecciato con il territorio, e che valorizza ulteriormente l’immagine culturale della
città di Bologna, l’Amministrazione gli è grata”.