Dopo un lungo e acceso dibattito dedicato alla legge Gelmini e ai problemi della scuola nel nostro territorio, aperto dall’intervento dell’assessore all’Istruzione Paolo Rebaudengo, il Consiglio provinciale ha approvato sul tema, nella seduta di ieri, due ordini del giorno firmati, rispettivamente, il primo dai consiglieri Pd Gabriele Zaniboni e Gaetano Mattioli, il
secondo, dai gruppi PdCi, Pd, Verdi , Sd, IdV, Prc.
Il primo documento riguarda la mozione della Lega Nord che prevede l’introduzione di test per bambini stranieri in età di obbligo scolastico
indirizzando coloro che non superano la prova verso “classi ponte che consentirebbero di frequentare corsi di apprendimento della lingua
italiana, propedeutici all’ingresso degli immigrati nelle classi permanenti”.
Per il Consiglio, la mozione introduce un principio di discriminazione sui minori attraverso la previsione di classi differenziate; perciò si invita
il Parlamento a non trasformare i contenuti della mozione approvata dalla Camera dei deputati in proposta di legge.
Il secondo odg riguarda invece le conseguenze che avranno sul mondo della scuola gli ultimi provvedimenti Gelmini: i tagli di bilancio (circa 8 miliardi di euro entro il 2012); la modifica dell’organizzazione didattica e dell’offerta formativa nella scuola primaria attraverso la riduzione del tempo in classe e la reintroduzione del maestro unico; la proposta di
trasformare scuole e università in fondazione.
L’ordine del giorno, in considerazione anche del recente studio dell’Ocse che pone il livello di apprendimento della nostra scuola primaria tra i
migliori al mondo, ritiene “grave e inaccettabile che per far quadrare i conti della Finanziaria il Governo smantelli per decreto l’ordine di scuola
che meglio funziona in Italia e tagli drasticamente le ore di lezione (da 30 a 24) re-introducendo l’anacronistica figura del maestro unico, riducendo il tempo pieno a mero doposcuola, con effetti devastanti sul personale, sugli alunni e le loro famiglie, sulla qualità dell’insegnamento.
“Tutto ciò, inoltre, impedisce, a loro giudizio, che le nuove generazioni possano competere sul mercato internazionale del lavoro.
L’odg invita quindi i parlamentari bolognesi ad adoperarsi affinché il decreto del Governo venga ritirato; invita la presidente Draghetti a
mettere in atto tutte le iniziative necessarie per respingere la “controriforma del governo”; impegna infine il Consiglio provinciale “al fianco degli insegnanti, delle famiglie, degli enti locali, e dei cittadini
nel proseguire le attività per la difesa della scuola pubblica”.
Entrambi gli odg sono stati approvati con 19 voti favorevoli (Pd, PdCi, Sd, Rc) e 9 contrari (FI, GdL e An).