Il piccolo pusher sarebbe stato impiegato nell’impresa a conduzione familiare dedita al traffico di stupefacenti e messa in piedi dall’anziano capofamiglia, di Casteldaccia. L’uomo, per il quale era stato disposto l’arresto, è morto nel luglio scorso per cause naturali.
In manette, invece, sono finite altre 8 persone; altre sei sono state denunciate. Il bimbo è stato ripreso dalle telecamere piazzate dai Carabinieri del Comando provinciale di Palermo mentre vendeva la droga a un tossicodipendente. Secondo quanto ricostruito dai militari dell’Arma, l’anziano, pregiudicato, gestiva il traffico di droga tra Palermo, Bagheria e Casteldaccia. L’uomo sarebbe stato proprio a capo dell’organizzazione nella quale era coinvolta l’intera famiglia: figli, genero e nipoti, con una precisa ripartizione dei ruoli e delle attività.
Secondo quanto accertato dai Carabinieri, era stata messa in piedi una catena commerciale per lo spiaccio di cocaina, hashish e marijuana, soprattutto nei fine settimana e rivolta in particolare a giovani acquirenti. Proprio lo strano flusso di ragazzi, notato dai militari della Stazione Carabinieri di Casteldaccia, ha fatto nascere i primi sospetti del Nucleo Operativo della Compagnia di Bagheria, che ha progressivamente stretto il cerchio intorno all’organizzazione criminale nel corso di una complessa indagine durata due anni e coordinata dai sostituti procuratori Rosa Caramia della Procura della Repubblica di Termini Imerese e Caterina Bartolozzi della Procura della Repubblica dei Minori di Palermo.
L’intervento della Procura dei Minori si è reso necessario quando è emerso che tra i diversi parenti ingaggiati nel traffico vi erano adolescenti e persino bambini, impiegati per distribuire la droga per strada. In corso perquisizioni.
Fonte: Adnkronos