Lo avevano previsto a inizio settembre ed è avvenuto. “Ma nonostante il sensibile calo produttivo è una vendemmia che ci regalerà soddisfazione” sono le prime parole di Giorgio Gianotti, presidente del Consorzio Promozione e Tutela dei Vini Reggiani, a commento della vendemmia che sta concludendosi. “In provincia di Reggio Emilia – prosegue il presidente – sono stati raccolti 1.200.000 quintali d’uva che produrranno circa di 900.000 ettolitri di vino”.
Quale il calo produttivo, presidente?
“Per l’anno 2008 si prospetta, una resa in netto calo stimata in un meno 17%. Ma ad essa si abbina a una ottima qualità delle uve raccolte, con una buona gradazione zuccherina che si aggira in media su 17,5/18 gradi/babo”.
“Rispetto alla scorsa annata – aggiunge sotto il profilo tecnico di Gianmatteo Pesenti, direttore del Consorzio – l’acidità è molto buona e comunque superiore allo scorso anno. Con questi parametri possiamo stimare che da questa vendemmia potrà nascere un vino di assoluta qualità, nonostante le malattie della vite quali la peronospora e l’oidio, e nonostante i problemi derivanti dalla stagione fredda che si è protratta fino a metà giugno”.
“La stagione – riprende Gianotti – non ha ancora chiuso i battenti, visto che si stanno raccogliendo le ultime uve relative al Lambrusco di Sorbara, al Lambrusco Montericco, al Lambrusco Grasparossa e al Cabernet Sauvignon”.
Come è avvenuta la vendemmia?
“Già da alcuni anni sta avvenendo un aumento significativo della vendemmia meccanica, dovuto ad investimenti di produttori che nel comparto ci credono”.
Analisi del mercato: come è la situazione?
“I prezzi al momento attuale sono in rialzo rispetto al mercato di chiusura del 2007 – spiega Gianotti – ma non bisogna dormire sugli allori, perché i prezzi in questione non sono remunerativi per le aziende agricole: il minor reddito di questa vendemmia si assommerà al mancato guadagno degli anni scorsi”.
Questo cosa comporta?
“Che per le aziende produttrici di uve continuerà il disagio economico e se il mercato rimarrà a questi livelli, possiamo dire che il comparto a malapena sopravvive e non può permettersi nuovi investimenti. E’ un fenomeno che non deve passare inosservato, perché in provincia di Reggio Emilia il vigneto in produzione è di circa 8.200 ettari. Le uve quali Ancellotta, Salamino, lambrusco Marani e lambrusco Maestri sono tuttora valide fonti di reddito o di integrazione di reddito per numerose famiglie. Il nostro Consorzio di Promozione e Tutela dei Vini Reggiani, in tal senso, ha un indice di rappresentatività pari al 95% dei produttori, potendo annoverare ben 13 cantine sociali, 7 aziende agricole e 6 imbottigliatori”.
Quali i numeri e i mercati dei vini reggiani?
“Per il 2009 – risponde il direttore Pesenti – il vino Doc di casa nostra, il ‘Reggiano’ stimiamo possa essere imbottigliato in 10.000.000 bottiglie, delle quali ben il 70% sarà venduto all’estero, mentre il ‘Colli di Scandiano e Canossa’ sarà imbottigliato in circa 1.500.000 bottiglie vendute prevalentemente sul nostro mercato. E’ questa la strada da perseguire: aumentare i volumi di mercato dell’imbottigliato e all’estero”.
Sicuramente una bella “etichetta” per la promozione della qualità reggiana intesa ad ampio respiro: promozione del prodotto, ma anche promozione territoriale.