Dall’Italia a sovranità limitata del dopoguerra al ritorno delle Brigate rosse con le uccisioni di D’Antona e Biagi, la storia oscura dell’Italia repubblicana vista in relazione a quella del sindacato e della Cgil in particolare. Si intitola Il sindacato scomodo l’ultimo libro di Gianni Flamini, che giovedì 23 ottobre alle ore 18.00 sarà presentato alla libreria La Feltrinelli di piazza Ravegnana 1 a Bologna.
Pubblicato lo scorso settembre dalla casa editrice Socialmente, il libro sarà presentato dall’autore insieme a Danilo Barbi (segretario generale della Cgil Emilia-Romagna), Cesare Melloni (segretario generale della Cgil Bologna) e allo scrittore e sociologo Oscar Marchisio. Modera il giornalista Mauro Sarti. Sarà presente all’incontro anche il segretario generale dello Spi-Cgil Emilia-Romagna Maurizio Fabbri.
Giornalista e storico bolognese, tra i maggiori esperti di terrorismo ed eversione, in ‘Il sindacato scomodo’ Gianni Flamini affronta gli ultimi sessant’anni di storia italiana a partire dalla divisione del mondo in blocchi sancita alla conferenza di Yalta, passando quindi per l’influenza degli Stati Uniti, la strategia della tensione, le stragi fasciste culminate nel 1974 nella bomba di Piazza della Loggia a Brescia, la violenza del terrorismo rosso, i piani della P2 e i servizi segreti deviati. Sullo sfondo la tesi che, chiunque abbia tentato di condizionare la democrazia nel nostro paese, abbia sempre pensato a colpire e indebolire il sindacato.
La contestualizzazione dei fatti è ricostruita attraverso i documenti utilizzati dalla Fondazione di Vittorio per il volume sul centenario della Cgil (Un secolo per il lavoro) che, con il contributo dello storico Lorenzo Bertuccelli, sono stati adattati alla struttura del libro. Ma perché sindacato scomodo? Perché la Cgil è stata protagonista delle vicende economiche, sociali e politiche italiane, rimanendo indipendente dalle istituzioni e dai partiti: basti pensare alla Cgil del Piano di lavoro nell’Italia della ricostruzione, alla Cgil che condanna la repressione in Ungheria, alla Cgil del ritorno in fabbrica dopo la sconfitta alla Fiat e a quella dello sciopero generale dopo le violenze al G8 di Genova con la morte di Carlo Giuliani.
“Lo Spi-Cgil dell’Emilia Romagna ha sempre lavorato sulla memoria, sulla Resistenza, sulla storia delle persone – dice Maurizio Fabbri, segretario regionale dei pensionati della Cgil -. In un periodo di attacchi pesanti al sindacato da parte dei poteri forti, abbiamo ritenuto utile mettere insieme gli episodi di terrorismo che dal 1945 in poi hanno interessato la Cgil. Gianni Flamini ha accettato il nostro invito, mettendo a disposizione la sua esperienza e la sua grandissima banca dati. Il libro è una risposta chiara e diretta a molti di questi attacchi”.
Il libro, pensato anche per i percorsi formativi di dirigenti e delegati sindacali, si conclude con le relazioni e i discorsi di Aldo Giunti, Sergio Cofferati, Carla Cantone, Guglielmo Epifani. “L’assassinio del compagno Rossa – dice il 7 febbraio 1979 Aldo Giunti, a pochi giorni dall’uccisione di Guido Rossa da parte delle Br – è una conferma che la valutazione dei brigatisti sulle funzioni dei consigli di fabbrica e dei dirigenti sindacali come supporto del processo di riarticolazione del comando capitalistico sulla forza lavoro, si traduce ormai nell’attacco diretto a queste strutture e ai loro dirigenti”. E, ancora, Carla Cantone al direttivo nazionale del 14 maggio 2007, dopo la notizia dell’arresto di 15 persone, parte delle quali iscritte alla Cgil, con l’accusa di reati di associazione sovversiva e banda armata: “Il terrorismo è il più grande nemico delle persone che noi rappresentiamo e il più grande nemico dei nostri valori, delle nostre radici, della nostra storia. Il terrorismo è la più grande minaccia alla democrazia. E di contro il sindacato, la Cgil, è un nemico riconosciuto del terrorismo per le stesse ragioni per le quali noi lo condanniamo e lo combattiamo per sconfiggerlo”.
Scheda dell’autore:
Bolognese, classe 1934, Gianni Flamini fa il giornalista. Della scuola dei “pistaroli”, reporter d’assalto che a partire dalla strage di Piazza della Fontana nel 1969 indagarono sui lati più oscuri della storia nazionale, da oltre trent’anni Flamini è impegnato in ricerche sui temi del terrorismo, dell’eversione e della “politica parallela”. Il sindacato scomodo è l’ultimo di una serie di libri-inchiesta: Un agosto tranquillo (Roma, 1971), Il partito del golpe (Bologna, 1981-1985), L’ombra della piramide (Milano, 1989), La banda della Magliana (Milano, 1994 e 2002), I pretoriani di Pace e Libertà (Roma, 2001), Segreto di Stato (con Claudio Nunziata; Roma, 2002), Brennero Connection (Roma, 2003), L’amico americano (Roma, 2005), Il bullo del quartiere (Milano, 2006), L’Italia dei colpi di Stato (Roma, 2007).