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Quando la droga costa quanto un pacchetto di sigarette

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In vena ma da fumare: questa la nuova strategia di marketing messa a punto dalla malavita per attirare i consumatori più giovani. “La prova arriva anche dalle nostre indagini – spiega all’Adnkronos Salute Sebastiano Vitali, direttore superiore della Polizia di Stato del Servizio operativo antidroga del Dcsa (Direzione centrale servizi antidroga) -.

C’è un pericoloso mutamento di mercato. Se prima l’eroina era concepita come una droga da disperato”, il tossicomane con i buchi sulle braccia, laccio emostatico e siringa pronti all’uso, “ora, con questa nuova modalità di consumo – cioè il fumo – sta diventando una droga socializzante e non invasiva, esattamente come la cocaina”.

”Il 92% della produzione mondiale – spiega ancora Vitali – appartiene all’Afghanistan, e tra il 2006 e il 2007 l’aumento di produzione all’interno del Paese asiatico è stato di ben il 63%”. Con ripercussioni inevitabili anche sul nostro mercato. ”Che, non a caso, serve anche il centro e nord Europa – aggiunge Vitali – e detiene il secondo posto nel vecchio continente per numeri di sequestri messi a segno”. I ribelli talebani hanno anche aperto laboratori di raffinazione, nel Sud del Paese, prendendo in carico anche questa fase della lavorazione, un tempo affidata ai turchi. “Il principio attivo”, in queste dosi a prezzi stracciati, continua il capo del Servizio operativo antidroga, “si aggira intorno al 15% della sostanza, il resto è composto da schifezze. Ma visto il grande quantitativo che si sta riversando sul mercato non è da escludere che giri anche eroina purissima, a cui il corpo di chi ne fa uso non è abituato e che pertanto potrebbe rivelarsi letale”. La strategia messa a punto per conquistare nuovi consumatori sembra funzionare ed essere destinata a fare ulteriori proseliti.
“Nell’immediato futuro – stima Roberta Pacifici, dell’Osservatorio fumo, alcol e droga (Ossfad) dell’Istituto superiore di sanità – ci aspettiamo lo stesso trend di crescita che ha contraddistinto la cocaina negli ultimi anni”. ”Certo – riconosce Pacifici – senza il buco si evitano i rischi collaterali legati all’uso della siringa, vedi infezioni e Hiv. Ma a livello cerebrale gli effetti sono gli stessi. Tanto che si diventa dipendenti esattamente come avviene iniettandosi l’eroina in vena”. ”In più – aggiunge l’esperto – ci sono tutti i problemi e le ripercussioni a livello polmonare, legati all’inalazione della sostanza”.

Fonte: Adnkronos