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Verso l’Unione dei Comuni della Bassa Reggiana

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“Il passaggio da semplice associazione intercomunale ad Unione dei comuni con propria personalità giuridica e risorse economiche, rappresenta un’opportunità che dimostra come gli otto comuni della bassa reggiana desiderino sviluppare una nuova fase di esperienze, creare nuovi modelli d’eccellenza per i servizi amministrativi, ambientali, sociali, di presidio e sviluppo del territorio, al di là della semplice imposizione normativa”.

E’ con questa convinzione che ha aperto l’incontro il Sindaco di Novellara Raul Daoli, padrone di casa davanti ad un numeroso pubblico composto da dirigenti, amministratori, consiglieri comunali e rappresentanti sindacali che martedì scorso hanno partecipato all’incontro su “sviluppo e sostenibilità delle forme associate” promosso dall’associazione intercomunale Bassa Reggiana, di cui fa parte.

A condividere le proprie esperienze e decisioni sono stati invitati due Sindaci che hanno già da anni a che fare con questa nuova forma associativa. Il Sindaco di Tramezzo, Mauro Guerra (coordinatore nazionale ANCI Unione dei Comuni) ha confermato come ad oggi sono 296 le unioni dei comuni a tutti gli effetti, concentrate soprattutto nel nord Italia (Lombardia, Piemonte e Veneto) e con indici di crescita costanti.

“L’Unione non deve essere vista dai propri cittadini come un ente terzo, ma come uno strumento nelle mani dei Comuni” parole che si riflettono nei dati esposti: migliori performance nella gestione dei servizi e stabilità (i dati sugli scioglimenti e fallimenti di questi percorsi si aggirano attorno al 2/3% rispetto al totale nonostante i cambi d’amministrazioni).
Alessandro Valenti, Presidente dell’Unione Reno – Galliera di Bologna ha proseguito il dibattito promuovendo una riflessione sul perché ci si costituisce in Unioni, lanciando un messaggio ben chiaro agli amministratori: “L’unione per un’associazione intercomunale come la Bassa Reggiana deve essere un salto di qualità, per mettere ordine alle svariate forme associative fin’ora provate, per poter così arrivare ad un senso politico e gestionale unitario”. Passa dunque una visione in cui i comuni proseguono le loro specifiche azioni, mantenendo salda la visone intercomunale, per raggiungere obiettivi di risparmio, efficienze e maggior valenza di fronte a progettualità di carattere provinciale e regionale.