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‘Sguardi africani’: in San Paolo a Modena la mostra del Cefa

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Giovani impegnati a impastare mozzarella e studenti che mangiano yogurt distribuito gratuitamente nelle scuole; la mungitura all’alba e la consegna in bicicletta del latte al centro di raccolta; gli impianti del caseificio e la vendita del latte pastorizzato. Foto di ordinaria quotidianità, ma non se scattate in Tanzania, uno dei paesi più poveri dell’Africa.


Queste immagini fino a domenica 26 ottobre sono in mostra nella chiesa di San Paolo a Modena, in via Francesco Selmi, insieme a sei sculture lignee dipinte ad acrilico dell’artista tanzano George Lilanga scomparso tre anni fa. Le fotografie, invece, sono del fotografo milanese Simone Casetta e documentano il progetto di solidarietà “Njombe milk factory” promosso dall’organizzazione di volontariato internazionale Cefa nella regione di Njombe, a 750 chilometri dalla capitale Dar Es Salaam, dove è stato realizzato un vero e proprio caseificio che ha permesso di sviluppare attività commerciali e di avviare iniziative di educazione alimentare, oltre a garantire alimenti sani ai bambini, un lavoro ai loro genitori, condizioni per l’autosviluppo dell’economia locale.
Sono i motivi per i quali la mostra “3 sguardi africani”, inaugurata il 16 ottobre in coincidenza con la Giornata mondiale dell’Alimentazione istituita dalla Fao nel 1979, è stata inserita dalla Provincia di Modena nel calendario degli appuntamenti celebrativi del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. All’inaugurazione è intervenuto anche Johannes Barton Kamonga, responsabile dei progetti Cefa in Tanzania, protagonista anche di un seminario dedicato al tema: “Rendere concreto il diritto al cibo”.
Oltre a quello della Provincia, la mostra curata da Marina Mojana ha il patrocinio di Comune di Modena e Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna e il sostegno di Granarolo che ha collaborato anche alla formazione dei tecnici africani. La mostra, realizzata in collaborazione con la collezione “Composti della Cà di Frà” di Milano e con l’archivio Cavellini di Brescia a favore del Cefa, è aperta dal martedì al venerdì dalle 17 alle 19, al sabato e alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Informazioni: info@cefaonlus.it. Nell’ambito della mostra è possibile anche assistere alla proiezione di due documentari realizzati dal Cefa: “La fabbrica del latte” di Mario Cobellini e Carlo Bresciani, “Suoni e colori per la Tanzania” di Eleonora Gambuzzi.

Il progetto
Il progetto del Cefa Njombe milk factory, che nel 2007 ha ottenuto un finanziamento di quasi 34 mila euro con il Fondo unico per la cooperazione internazionale promosso dalla Provincia e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena, ha permesso di realizzare un vero e proprio caseificio in una città che ha poco più di centomila abitanti e si estende su di un vasto territorio disseminato di piccole case o capanne fatte con muri di fango. Sono oltre 300 i produttori di latte del distretto che utilizzano il caseificio dove è stata realizzata una linea di produzione di yogurt, una camera di stagionatura per i prodotti lattiero caseari e un sistema di raccolta e compattamento delle confezioni di plastica utilizzate dalla latteria per i propri prodotti. E accanto alle attività commerciali sono state sviluppate anche iniziative di educazione alimentare con il programma “Latte nelle scuole”.
Una delle finalità del progetto è quella di cercare di impedire alle popolazioni che vivono nelle campagne di essere attratte dal miraggio rappresentato dalle grandi città. Lo si può fare soltanto aiutandole a creare attività produttive, organizzandone gli scambi, elevando il grado di cultura nei luoghi più isolati, migliorando la qualità dei cibi, fornendo strumenti di conoscenza, senza imporre o prevaricare.
Il latte diventa così elemento primo nella sfida all’insufficienza alimentare, alla malattia, alla povertà. E attraverso il progetto caseario si trasforma nel veicolo di una possibile realtà produttiva da assimilare al territorio, per uno sviluppo autonomo della popolazione residente.
L’attivazione del caseificio sta dando, infatti, un contributo importantissimo al miglioramento della qualità della vita della popolazione di Njombe garantendo alimenti sani ai bambini, un lavoro ai loro genitori, condizioni per un autosviluppo di notevole portata per l’economia locale.
Il latte pastorizzato infatti è vitale non solo per i bambini nati da donne colpite da Aids, ma anche per tutti quelli che non possono essere allattati dal seno materno. Inoltre, è uno strumento fondamentale per migliorare l’alimentazione di tutta la popolazione locale e per combattere un’altra piaga, non meno devastante dell’Aids: quella della diffusione del latte in polvere, che alcune multinazionali continuano a promuovere in Africa, nonostante i divieti dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Tanzania: paese oltre la soglia della povertà
Nell’Indice dello sviluppo umano la Tanzania è 156esima su 174 Paesi. E’ qui che il Cefa ha promosso il progetto di solidarietà, nella regione di Njombe, a 750 chilometri dalla capitale Dar Es Salaam.
La Tanzania per la sanità spende due dollari per abitante l’anno, per l’istruzione sei. Solo il 40 per cento del Paese ha l’elettricità (con il più alto costo del mondo). Il 39 per cento degli abitanti vive, secondo i parametri dell’Onu, in condizioni di “degradante miseria”, cioè con meno di mezzo dollaro al giorno. Il 38 per cento non ha accesso all’acqua potabile.
L’aspettativa di vita è di 48 anni e sta scendendo ancora. Più del 40 per cento dei bambini sotto i cinque anni è malnutrito. Ogni 12 neonati, uno non raggiunge l’età di un anno. Solo il 5 per cento delle strade è asfaltato e un tanzaniano su tre deve camminare almeno mezz’ora per arrivare a un pozzo d’acqua. Le aule di scuola sono in gran parte costruite come capanne, di terra e rami. C’è un libro di testo ogni tre alunni. Su oltre quattro milioni di iscritti alle elementari (il 77 per cento del totale), quasi tre non ha né sedia né banco e il rapporto maestri-alunni, nelle zone rurali, è di 1 a 75.

Diritti umani
La mostra “3 sguardi africani” è l’appuntamento che apre il calendario delle iniziative promosse dalla Provincia dai Comuni modenesi in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani che verrà celebrato in tutto il mondo il prossimo 10 dicembre. Nei trenta articoli della Dichiarazione, infatti, sono annoverati i diritti fondamentali della persona che, ancora oggi, sono spesso violati in molte parti del mondo.
Il comitato provinciale, al quale aderiscono anche diverse associazioni di volontariato, ha voluto proprio realizzare un percorso di iniziative, testimonianze e opportunità di riflessione che permetta di rafforzare la consapevolezza che pace e diritti umani non sono mai un risultato acquisito ma rimangono ancora oggi un obiettivo da perseguire con determinazione.
Tra i primi appuntamenti in calendario, la settimana nazionale del commercio equo e solidale (“Io faccio la spesa giusta” dal 18 al 26 ottobre), la presentazione di un volume sull’esperienza di Ghanacoop (sabato 18 ottobre, alle 17,30, alla Feltrinelli di Modena), la proiezione del film “Hotel Rwanda (giovedì 23 ottobre, alle 21, all’Auditorium Ferrari di Maranello). Gli appuntamenti, comunque continuano fino a dicembre.

Il calendario completo sul sito Provincia di Modena.