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Venturi su pedaggi stradali per finanziare il Servizio ferroviario metropolitano

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Dichiarazione del vicepresidente con
delega alla pianificazione territoriale e trasporto pubblico della Provincia, Giacomo Venturi, in merito alle notizie pubblicate oggi dal alcuni media sulla bocciatura da parte dell’Unione europea della “road pricing”.

“Del senno di poi sono piene le fosse…. Lo dico ai Verdi che oggi vantano la loro preveggenza sul presunto errore che la Provincia avrebbe commesso nel sostenere lo sviluppo del Servizio ferroviario metropolitano con i pedaggi
applicabili ad alcune infrastrutture stradali, ma che al momento della presentazione e dell’adozione del Piano della mobilità provinciale, non presentarono osservazioni in tal senso (gli atti parlano più delle parole).
La nostra scelta, basata sull’applicazione del principio di “perequazione di corridoio” tendente a riequilibrare i costi reali tra trasporto pubblico
e trasporto privato, nasce dalla direttiva comunitaria e dall’indicazione europea contenuta nel libro bianco sui trasporti che, purtroppo, il governo si è dimenticato di recepire, adottando il regolamento attuativo necessario.

Era certamente troppo occupato a riesumare il ponte sullo stretto di Messina o ad accollarsi i debiti di una compagnia aerea che serve meno del 5% dei cittadini del nostro Paese.
Se un responsabile i Verdi lo vogliono individuare forse è in quella direzione che devono guardare, perché questo governo non ha ancora trovato il tempo di sottoscrivere il nuovo Accordo per il Sfm bolognese che abbiamo elaborato a seguito del progetto della nuova stazione di Bologna.
Certo che sarebbe stato meglio prevedere che i fondi per il Sfm fossero a carico delle risorse ordinarie della finanza pubblica; ma si dimentica di rilevare che tali risorse ordinarie non c’erano e non ci sono, non perché abbiamo preferito le strade ma perché la coperta è troppo corta per tutte le esigenze.
Credo, invece, che sia giusto, in un Paese che da troppo tempo si è dimenticato del trasporto ferroviario locale, che venga razionalizzata la rete stradale primaria limitandola allo stretto necessario favorendo la
crescita dei treni locali e che, a fronte di una rete di ferrovie locali diffusa sulle principali direttrici, venga invece prevista una quota del
costo sociale e ambientale per chi invece intende continuare ad usare il mezzo privato”.