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Parte domani da Modena la delegazione diretta ai campi profughi saharawi

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Partirà domani (mercoledì 15 ottobre) la delegazione diretta ai campi profughi saharawi, che si trovano nel deserto algerino a sud di Tindouf. La missione, organizzata dall’Associazione di solidarietà con il popolo saharawi “Kabara Lagdaf”, avrà l’obiettivo di verificare l’attuazione e consolidare i progetti di cooperazione resi possibili grazie ai finanziamenti e ai volontari provenienti dall’Emilia Romagna.


In particolare, verrà inaugurata la struttura polivalente che la Provincia di Modena e Kabara Lagdaf hanno costruito ad El Ayoun (provincia gemellata con Modena) e si effettueranno visite presso le scuole ricostruite grazie a contributi locali dopo la terribile alluvione del 2006.
La missione ufficiale del 15 / 19 ottobre 2008 sarà anche l’occasione per discutere dei nuovi progetti che impegneranno i comitati locali di solidarietà con il popolo saharawi. Fra questi, “Stop the saharawi children stones”, promosso da Kabara Lagdaf e da With you, e un progetto sulla gestione degli aiuti umanitari, proposto da Kabara Lagdaf in collaborazione con il CISP (Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli). Il primo progetto, derivante da un’accurata analisi della situazione sanitaria e ambientale presso gli accampamenti che ha fatto registrare una stretta correlazione tra le dure condizioni di vita e la comparsa della calcolosi renale in età pediatrica, intende formare il personale sanitario saharawi sulla cura di questa patologia che, se trascurata, può portare alla morte, oltre a trattare in Italia i pazienti più a rischio; mentre il secondo si pone l’obiettivo di formare una cinquantina di donne per il monitoraggio diretto delle distribuzioni alimentari in modo tale da definire in maniera più funzionale domanda e offerta, nel segno di una sempre maggiore trasparenza amministrativa e operativa.
Infine, sono previsti numerosi momenti ufficiali che serviranno a riconfermare l’amicizia tra le nostre istituzioni e la nostra comunità e il popolo saharawi; primo fra tutti l’incontro con il Presidente della Repubblica Araba Saharawi Democratica Mohamed Abdelaziz, i Ministri della Sanità e della Cooperazione, il nuovo Governatore di El Ayoun.

Parteciperanno alla delegazione: Matteo Ricetti, Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna; Beniamino Grandi, Assessore al Turismo e alla Cultura della Provincia di Modena; Mauro Tesauro, Consigliere del Comune di Modena, Vania Pederzoli, Assessore all’Istruzione e alle Pari Opportunità del Comune di Novi, Paolo Negro, Capo di Gabinetto del Sindaco di Formigine; Massimiliano Morini, PD Modena.

Dal 1975, anno del trattato tripartito di Madrid in cui la Spagna, dopo 90 anni, lascia al Marocco e alla Mauritania la sua colonia, il Sahara Occidentale, il popolo saharawi continua a vivere in parte nel Sahara Occidentale, occupato dal regno del Marocco, e in parte presso i campi profughi allestiti nel deserto algerino vicino a Tindouf.
Nel Sahara Occidentale, Amnesty International e molte altre organizzazioni per il rispetto dei Diritti dell’Uomo denunciano annualmente la repressione alla quale sono sottoposti gli attivisti saharawi. Negli accampamenti vivono circa 250000 persone amministrate da un governo autonomo, la Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD), costituitasi il 27 febbraio del 1976 e riconosciuta ufficialmente da circa 80 paesi nel mondo.
Qui, la totalità delle forniture alimentari, logistiche e sanitarie provengono dalle organizzazioni internazionali di aiuto umanitario e dai singoli governi, tra cui quello italiano. Le caratteristiche climatiche ed ambientali, infatti, non permettono di sviluppare attività produttive autonome sufficienti per tutta la popolazione: la temperatura supera i 50° in estate e può scendere sotto lo zero in inverno, l’acqua è reperibile ma non risulta potabile poiché presenta un tasso troppo elevato di salinità.
Nel 1991, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU autorizzò l’invio nella zona della Missione delle Nazioni Unite per il Referendum del Sahara Occidentale (MINURSO). Dopo 17 anni e numerosissime risoluzioni dell’ONU, il referendum per l’autodeterminazione del popolo saharawi non è stato ancora effettuato e non si vedono aperture per una soluzione condivisa e definitiva del conflitto.