Impegna la Provincia a costituirsi parte civile nel processo contro gli autori della strage di Monchio, Costrignano e Susano, avvenuta il 18 marzo 1944, l’ordine del giorno presentato dal verde Walter Telleri e votato all’unanimità dal Consiglio provinciale.
I gruppi di opposizione Forza Italia-Pdl, An-Pdl, Popolari liberali-Pdl e Lega nord, però, non hanno partecipato al voto sostenendo che l’ordine del giorno era «strumentale politicamente» e soltanto Antonella Orlandi (Forza Italia-Pdl) e Giorgio Barbieri (Lega nord) sono rimasti in aula fino al termine del dibattito per poi uscire prima della votazione. I voti a favore sono quindi quelli di Verdi, Pd e Rifondazione comunista.
Presentando il documento, il consigliere Telleri ha ricordato che «un battaglione della divisione tedesca “Herman Goering”, su richiesta delle autorità fasciste di Montefiorino, nel 1944 massacrò 136 persone tra cui vecchi, donne e bambini» e ha spiegato che davanti al Tribunale militare di Verona è in corso l’istruttoria del processo contro gli autori dell’eccidio nei confronti dei quali si sono già costituiti parte civile sia la Regione Emilia Romagna che la Provincia di Reggio Emilia e ha chiesto alla Provincia di Modena di fare altrettanto «per testimoniare la vicinanza delle istituzioni alle vittime di quella strage».
Luca Caselli (An-Pdl) ha sostenuto che «sarebbe necessario fare più chiarezza su tutti gli episodi che hanno insanguinato l’Appennino in quel periodo buio», mentre il capogruppo di An-Pdl Cesare Falzoni ha ricordato che il rastrellamento è seguito all’uccisione di sette soldati tedeschi da parte dei partigiani, e ha poi citato il resoconto di Ermanno Gorrieri: «…una vittoria partigiana irrilevante ma destinata a lasciare tracce indelebili per le sue conseguenze».
Andrea Sirotti (Pd) ha replicato ricordando che «la guerra partigiana per se stessa esponeva sempre la popolazione civile a rappresaglie, ma l’unica alternativa era la non resistenza» e Aldo Imperiale (Prc) ha sottolineato che «la guerriglia non si fa senza il sostegno della cittadinanza», mentre Caterina Liotti (Pd) ha ringraziato i membri dell’Anpi presenti in sala sottolineando che «è importante continuare a parlare di antifascismo». Secondo Giandomenico Tomei (Pd) «il tema vero è fare giustizia», così come per Francesco Ori (Pd) «senza nascondersi dietro la cause che hanno provocato quei fatti».
Claudia Severi (Forza Italia-Pdl) ha auspicato che «alle nuove generazioni venga consegnata la storia a 360 gradi, senza dimenticare i crimini di nessuno. Invece ci sono ancora vittime senza una croce» e si è domandata «quale interesse giuridicamente tutelato abbia la Provincia nel costituirsi parte civile». Per Tomaso Tagliani (Popolari liberali-Pdl), l’ordine del giorno «arriva in ritardo sui tempi, pur esprimendo il massimo rispetto per i martiri della barbarie nazifascista».
Giorgio Barbieri (Lega nord) si è dichiarato contrario alla costituzione di parte civile della Provincia ma favorevole all’auspicio di un’esemplare condanna degli autori dell’eccidio, proponendo, con Antonella Orlandi (Forza Italia-Pdl) una modifica dell’ordine del giorno che Walter Telleri ha respinto. Barbieri ha poi aggiunto che «si dovrebbero condannare anche i criminali che hanno danneggiato il movimento partigiano e lasciato 388 morti nel triangolo della morte». Dante Mazzi (Forza Italia-Pdl) ha definito «strumentale l’ordine del giorno perché se Consiglio avrebbe potuto aiutare, come io avevo proposto, il parroco di Monchio in opere utili alla comunità, ma non lo fece definendole non di propria competenza».
Per Demos Malavasi (Pd) «ci sono state forze che opprimevano il Paese e altre, le più diverse, che vi si sono ribellate. Questo ci ha permesso di non finire sul banco degli imputati a guerra finita e su questo dovremmo trovare un approdo condiviso». Il capogruppo del Pd ha poi affermato di trovare «avvilente per il Consiglio l’abbandono dell’aula durante una discussione di questa rilevanza da parte dei consiglieri di opposizione». Lella Rizzi (Pd) ha ribadito che «per fortuna ci sono stati italiani che si sono ribellati, se non dovremmo vergognarci ancora oggi», mentre Giancarlo Bertacchini ha commentato che «forse sarebbe necessario che il Consiglio ritornasse a Monchio per toccare con mano quanto è successo».
Il ricordo in un film
I massacri operati dalle truppe tedesche a Monchio il 18 marzo 1944 e a Cervarolo due giorni dopo visti attraverso gli occhi delle vittime. È la trama di “Sopra le nuvole”, il film autoprodotto e completamente recitato dai familiari delle vittime e dalla gente del luogo, che sarà proiettato in prima nazionale giovedì 16 ottobre alle 21, al cinema Michelangelo di Modena.
Registi, anche loro non professionisti, i giovani Sabrina Guigli e Riccardo Stefani che, nella realizzazione del film, sono partiti dall’esigenza di far conoscere i luoghi e le tradizioni della montagna modenese: una vita relativamente non toccata dalla guerra in corso che si snoda tra lavoro nei campi, matrimoni, figli, feste di paese e che viene all’improvviso sconvolta dalla crudeltà del massacro.
«Pur nella finzione scenica, il film ricostruisce la realtà di quello che avvenne a Monchio e Cervarolo nel 1944 – commenta Beniamino Grandi, assessore provinciale alla Cultura – con l’intento di non dimenticare i martiri e il contributo alla lotta per la libertà che è venuto dal nostro Appennino».
Il film, selezionato per l’apertura del focus Italy al Film festival internazionale di Shangai, è realizzato in collaborazione con la Provincia di Modena, con il contributo della Provincia di Reggio Emilia, dei Comuni di Frassinoro e Palagano, delle Fondazioni Cassa di Risparmio di Modena e di Reggio Emilia.