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Fiorano: chiuso il Centro di Prima Accoglienza per stranieri

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Dal primo giorno di ottobre, il “Centro di prima accoglienza per stranieri extracomunitari di Fiorano”, ha cessato la propria attività.
Si trattava di un intervento avviato otto anni fa, in accordo con gli altri Comuni del distretto, all’interno di un programma volto alla accoglienza e alla integrazione di cittadini stranieri con posto di lavoro nel nostro distretto. Il programma vedeva l’apertura di Centri di prima accoglienza anche a Formigine e a Sassuolo.


A Fiorano il progetto ha ben funzionato dal 2000 ad oggi; si trattava di 9 posti letto con annessa cucina e servizi nella palazzina di via Vittorio Veneto (a fianco della chiesa parrocchiale di Fiorano), di proprietà della Parrocchia e affittata al Comune.
Le rette pagate dagli ospiti per l’alloggio consentivano la copertura delle spese per l’affitto della palazzina. A pian terreno si trovava poi l’ufficio del Centro servizi per stranieri, che già da qualche mese è stato trasferito presso Villa Pace, a fianco degli altri uffici del servizio sociale.
Probabilmente tanti Fioranesi non si sono neppure accorti della esistenza di questo centro di prima accoglienza e ciò dimostra che tutto è andato in modo tranquillo e regolare. A otto anni di distanza possiamo dire che il progetto ha funzionato e che ha raggiunto gli obiettivi che si prefiggeva. Oggi la situazione della immigrazione nel nostro territorio è diversa rispetto a otto anni fa e anche il problema abitativo per gli extracomunitari presenta connotazioni diverse. Il tema di una prima accoglienza transitoria con intervento pubblico è stato superato. In queste valutazioni è stata coinvolta anche la Consulta comunale dei cittadini extra-comunitari.
Mi pare di poter dire che la conclusione di questa esperienza costituisce un dato positivo, in quanto dimostra che la immigrazione nel nostro Comune è un fatto che non presenta delle particolari urgenze o situazioni di emergenza. Gli immigrati oggi sono per la grande maggioranza in una posizione stabile, tanto da poter effettuare il ricongiungimento familiare e cioè riunire la famiglia trasferendo qui anche la moglie e i figli. Ciò, oltre a rispondere ai diritti ed alla dignità della vita familiare, è un elemento di stabilità personale e di sicurezza sociale, che aiuta una corretta integrazione e convivenza. Anche dal punto di vista delle politiche abitative dunque, per queste famiglie varranno gli strumenti di cui il Comune dispone per i residenti italiani, senza precedenze o privilegi per nessuno.
L’uguaglianza delle regole e del loro rispetto ci pare essere l’unica strada sulla quale impostare politiche sociali di equità e di responsabilità, in un condiviso senso civico e in un generale patto di sicurezza per tutti.

(l’Assessore alle Politiche Sociali Francesco Tosi)