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Anteverto Bassa: crisi Tecnogas punta dell’iceberg

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“La Provincia continuerà a sollecitare gli organi istituzionali locali e nazionali affinchè nella vertenza Tecnogas si trovi uno sbocco condivisibile per ciò che riguarda i lavoratori e il destino produttivo del territorio. Ci impegneremo inoltre ad approfondire con i Comuni le complesse problematiche che investono la Bassa, a partire dalla crisi Tecnogas, che non può dirsi però una crisi congiunturale, bensì strutturale, in un contesto interregionale che vede altre province equipaggiarsi in maniera sempre più competitiva con infrastrutture materiali e immateriali, grazie all’aiuto dei privati”.

Con queste parole l’assessore provinciale al Lavoro Gianluca Ferrari ha concluso, ieri mattina al Centro per l’impiego di Guastalla, i lavori del Tavolo Anteverto che ha posto al centro della discussione non solo la Tecnogas, ma anche la più complessiva situazione economica ed occupazionale della Bassa.

Presenti al Tavolo oltre all’assessore, i Comuni di Gualtieri, Boretto e Reggiolo, i sindacati confederali Cgil e Cisl, la Cna e il Cfp Bassa Reggiana. Mentre la Cna ha parlato di un rallentamento sostanziale dell’economia locale, un vero e proprio grido d’allarme si è levato dalla Cgil: “La Tecnogas non è che la punta dell’iceberg di una crisi ormai strutturale – ha detto Ciro Maiocchi – le cui cause sono da ricercarsi anche nella mancanza d’investimenti fatti a livello di infrastrutture e servizi. Da una nostra indagine emerge per il comparto meccanico, che un tempo era trainante, una situazione complessiva a rischio declino, con centinaia di posti di lavoro a rischio”.

Michele del Fabbro della Cisl ha invece puntato il dito sulla scarsa trasparenza degli istituti bancari che non favoriscono la finanza e il credito a livello locale, anche perchè ormai la maggior parte delle banche fanno parte di multinazionali con interessi non certo nella Bassa reggiana. Un ulteriore segnale di crisi è venuto dall’Ente di formazione Cfp. Il direttore Mario Mazzei ha parlato infatti di un numero sempre più consistente di immigrati che cercano di ricollocarsi tramite corsi di riqualificazione professionale. “Gli immigrati – ha detto Mazzei – nei momenti di crisi occupazionale rappresentano l’anello più debole, perchè rappresentano la manovalanza generica, la prima a venire estromessa nelle situazioni di difficoltà “.

I dati occupazionali del primo semestre 2008 presentati dal Centro per l’impiego di Guastalla sembrano confermare il sostanziale trend positivo del 2007: 5.021 le persone avviate al lavoro (38,3% donne e 34,4% stranieri), ma troppi sono i segnali di allarme che arrivano dal territorio a partire da Tecnogas e preceduti da altre aziende sgnificative che hanno chiuso nei mesi scorsi.