Il Direttore della Gestione Sportiva Stefano Domenicali ha alzato il tiro per i suoi piloti in vista delle ultime gare del Campionato del Mondo 2008, dopo che la squadra non è riuscita domenica scorsa a raccogliere punti nel primo Gran Premio di Singapore.
“L’obbiettivo che abbiamo è chiaro” – ha detto Domenicali. “Mancano tre gare al termine, le affronteremo consapevoli che dobbiamo finire primi e secondi ogni volta. Abbiamo il potenziale per farlo, quindi l’obbiettivo è molto chiaro. Non è facile, ma non dimenticate che abbiamo corso in situazioni molto difficili negli ultimi due anni, ed eravamo talvolta in grado di vincere, talvolta putroppo no, ma la motivazione è sempre la stessa. La squadra è molto forte, poi ci sono momenti sfortunati come questa domenica, ma dopo due ore eravamo nuovamente motivati e desiderosi di andare in Giappone per attaccare ancora”.
L’esito della gara è stato compromesso al 17esimo giro, sui 61 da correre, dall’ingresso della safety car in pista che ha spinto mezzo schieramento a effettuare un pit stop. Massa e’ entrato per primo ed è ripartito troppo presto, trovandosi sul cammino di una Toyota, con il tubo della benzina che è rimasto attaccato al serbatoio. Si è fermato all’uscita della pit lane per farselo staccare e per questo è stato punito con la penalizzazione dello stop and go.
Kimi Raikkonen si è dovuto accodare dietro al compagno di squadra, ritornando in pista 15esimo e combattendo fino ad arrivare alla quinta posizione, prima di uscire di pista a cinque giri dal termine. La sua prestazione dopo la safety car è migliorata dopo circa sei giri.
“Forse all’inizio la pressione delle gomme era un po’ troppo bassa” – ha spiegato Domenicali – Quando la pressione è arrivata al giusto livello, era in grado di spingere. Ha fatto giri veloci e stava raggiungendo Lewis (Hamilton), e la strategia stava andando nella giusta direzione.
“È davvero un peccato che abbiamo ottenuto questo risultato e oggi è davvero un giorno nero. La macchina migliore (la Ferrari)è ultima nell’ordine di arrivo” – suggerisce Domenicali.
“Qualche volta bisogna considerare che la safety car spesso stravolge la situazione di una gara, ma questa volta è stato troppo. Non voglio discutere delle situazioni che possono verificarsi con la safety car in pista, perchè sono impossibili da prevedere. A volte vanno per il verso giusto e qualche volta in quello sbagliato.
In questo caso, la Renault ha fatto molto bene con la safety car e facciamo loro le congratulazioni per la vittoria. Sfortunatamente non abbiamo ottenuto il risultato che volevamo – non solo che volevamo, ma che avevamo nelle nostre mani, perchè abbiamo visto le prestazioni della vettura ieri (nelle qualifiche), abbiamo visto le performance della macchina nella prima parte della gara”.
Per quel che riguarda il problema della sosta di Massa, Domenicali fa notare “che storicamente, nel corso degli ultimi dieci o dodici anni, ci sono sempre stati problemi durante i pit stop. Ricordo molto bene i problemi con Michael o Rubens. Quindi non è vero che abbiamo fatto più errori del passato. Non dovremmo farne, ma questa è un’altra storia”.
Domenicali ha spiegato che “purtroppo è stato un errore. Non usavamo il sistema elettronico, perchè funzionava manualmente. C’erano molte macchine che rientravano ai box per la presenza della safety car, sarebbe stato meglio avere (come sistema principale) il lollipop, ma senza la paletta si controllava la luce verde a mano e purtroppo abbiamo fatto uno sbaglio”.
A chi gli chiede se la squadra intenda rimanere fedele a questo sistema per il resto della stagione in corso, Domenicali risponde “analizzeremo ciò che abbiamo fatto in altri pit stops. È stato un momento di tensione, ancora una volta un ragazzo è finito a terra. Sta bene, non ha assolutamente alcun problema, ma e’ stato un brutto momento, quindi abbiamo preferito non impiegarlo piu’ per gli altri pit stop perche’ volevamo dare un segnale distensivo. È un sistema dal quale stiamo cercando di tirare fuori le migliori prestazioni possibili.
Bisogna considerare che in quel momento c’erano molte vetture che rientravano e certamente si cerca di essere veloce, si cerca di trovare il giusto spazio per far ripartire la vettura, quindi è stato un momento difficile. Non credo che ci siano molte persone che vogliano essere nei panni dei ragazzi che si devono occupare del pit stop. Dobbiamo avere molto rispetto per queste persone. Non sono piloti di primo piano, ma sono parte della squadra. È molto difficile e hanno molta pressione addosso”.
Non c’e’ pericolo che il ragazzo perda il suo lavoro. “Vinciamo insieme, perdiamo insieme e il rispetto di questa filosofia non cambiera’ per un errore sfortunato. Si sentiva molto male, certamente, come potete immaginare. Felipe è andato a vederlo direttamente e gli ha detto, Ok ragazzo, guarda avanti. Come ho detto, siamo sempre insieme”.