Se c’è un ambito in cui le risorse dovrebbero sempre aumentare, certo razionalizzate e senza sprechi, quello è la scuola. Non investire su di essa, significa non investire nel futuro. E invece i primi gesti del governo, evidenziati dalla manovra finanziaria 2009, mettono in luce che è in atto un processo di impoverimento del sistema pubblico di istruzione. Siamo di fronte ad un attacco alla qualità delle scuola pubblica italiana.
Parliamo in questo caso delle scuole elementari, un modello, il nostro, riconosciuto come uno dei migliori a livello Europeo per risultati di apprendimento.
Invece di intervenire dove le cose funzionano bisognerebbe invece rinnovare le scuole medie, uno degli anelli più deboli nel nostro Paese assieme all’università.
Perché allora i tagli qui e le modifiche organizzative (prese per altro senza alcuna discussione e confronto con il mondo della scuola, con le famiglie, con i sindacati e con le forze d’opposizione)?
Si è preferito, per “far cassa”, ridurre il tempo scuola tornando al maestro unico “tuttologo”, senza tener conto che la pluralità degli insegnanti è un motivo di qualità. Nel nostro territorio poi in cui il tempo pieno, anche per una forte partecipazione femminile al mercato del lavoro, ha una lunga e consolidata tradizione, le scelte del governo incideranno profondamente.
Il nostro partito, così come sta facendo nelle istituzioni e negli Enti locali è fortemente impegnato insieme alle famiglie, ai docenti e al mondo della scuola nel suo complesso, per dar vita ad una mobilitazione ampia che coinvolga l’intera comunità emiliano-romagnola per dire no ai tagli, per riaffermare la centralità della scuola e della formazione: ci saranno tre giornate di mobilitazione, il 26,27,29 settembre, con incontri, assemblee, banchetti nelle piazze e volantinaggi nelle scuole.
Non abbiamo molti spazi di intervento a livello locale, ma vogliamo fare il possibile: nei prossimi giorni incontrerò personalmente i presidi, i direttori didattici, gli insegnanti (di classe e di sostegno) e gli studenti disponibili ad un confronto per capire dove si potrebbe intervenire.
Ci sono aree sulle quali è necessario operare tagli. Ma non è certo quello della scuola il settore in cui portare la spesa pubblica al di sotto della media europea.
Il futuro di Sassuolo, dell’Emilia Romagna, dell’Italia si gioca su formazione, scuola, università e ricerca.
(Ciro Alessio Pecoraro, Segretario PD Sassuolo)