La cancellazione di un intero archivio hardware di fotografie, evento imprevisto e spiacevole per un professionista dell’immagine, è per Luigi Ottani spunto e occasione per una mostra che, con sguardo ironico e divertito, dona nuova vita alle immagini corrotte.
Un’intuizione felice, che se da un lato è il mezzo per ribaltare il destino, dall’altro strizza indubbiamente l’occhio all’arte contemporanea: “Ottani riunisce i files ed accetta l’immagine e i pixel superstiti come elemento autonomo e definitivo. E’ in questo passaggio – spiega Fabrizio Loschi – che l’occhio del fotografo si confonde con l’intuizione dell’arte per dare vita ad una lettura solare e positiva che tende a ribaltare i destini delle cose, a mutare la sconfitta del “ciò che resta” nella conquista del “tutto”. Vista da una certa angolazione, questa mostra ci offre, ovviamente, moltissimi riferimenti legati alle principali avanguardie artistiche del novecento; dalle solarizzazioni di Man Ray, ai cadaveri squisiti della poesia surrealista, fino al dripping out di Pollock e alla tecnica del cut- up di Burroughs. In Italia negli anni sessanta Mimmo Rotella aveva messo a punto una sua particolare visione del caso applicato alle tecniche di stampa tipografica ottenendo meravigliose opere d’arte grafica raccolte nella parola-progetto Artipò. Davanti ad una eredità così pesante e storicamente dimostrabile chiunque avrebbe evitato di fare una mostra ma Ottani ha deciso che anche in questa occasione avrebbe prevalso il suo occhio di fotoreporter; un occhio ed una visione allenate all’intuizione veloce, all’agire rapido, al pensiero trasversale che nulla esclude, nemmeno l’autoironia dell’homo ludens“.
Fotoreporter modenese, Luigi Ottani ha pubblicato i suoi scatti su alcune fra le maggiori testate nazionali ed è autore di numerose mostre e pubblicazioni.
La mostra, presso l’Accademia di Arte e Cultura Nemesis, al primo piano di via Cesare Battisti 9 a Sassuolo, resterà visitabile fino al 31 ottobre, tutti i giorni, dalle 15 alle 20. Appuntamenti al 340.7451597.