La Cgil Emilia Romagna richiama l’attenzione della società regionale sull’urgenza di superare i ritardi e mettere in campo strumenti concreti per il controllo e il contenimento di prezzi e tariffe, a difesa del potere d’acquisto di salari e pensioni. Il tema è stato oggi al centro di un convegno Cgil regionale svolto a Bologna (Hotel Europa), come avvio di un percorso di condivisione degli obiettivi e di ricerca delle azioni comuni da intraprendere al più presto.
Istituzioni regionali e amministrazioni locali, associazioni dei produttori, dei distributori e ovviamente dei consumatori, sono gli attori principali a cui la Cgil si rivolge e l’iniziativa di oggi viene considerata una buona base di partenza, vista la partecipazione di autorevoli interlocutori esterni e l’intervento dell’assessore regionale al commercio e turismo Guido Pasi.
La Cgil regionale avanza dunque alcune proposte a partire dal fatto che l’emergenza carovita e gli aumenti tariffari pesano troppo su buste paga e pensioni e che, di fronte alle evidenti distorsioni del mercato, bisogna contrastare operazioni speculative e aumenti ingiustificati dei prezzi dei beni di prima necessità.
“Accorciare la filiera dal produttore al consumatore per incidere sulla struttura dei costi, intervenire sulla rete distributiva promuovendo accordi con la grande distribuzione e le reti commerciali diffuse, con l’obiettivo di calmierare i prezzi: questa è la prima strada da percorrere”, ha sottolineato nella relazione introduttiva Roberto Battaglia, della segreteria Spi regionale.
Vanno inoltre sostenute tutte le iniziative che favoriscono acquisti a costi più contenuti (mercati per la vendita diretta, gruppi di acquisto solidali, azione pane a 1 euro per kg e latte a 1 euro per litro) e il recupero degli sprechi (last minute market).
Sul versante tariffe per acqua, gas, luce, rifiuti, trasporto pubblico, va generalizzata la tariffa sociale per favorire i nuclei a basso reddito, utilizzando lo strumento Isee per una valutazione equa dei redditi e il calcolo della compartecipazione al costo dei servizi. In tutti questi ambiti è indispensabile un impegno chiaro da parte degli enti locali e in particolare della Regione, che la Cgil regionale sollecita ad assumere un ruolo di coordinamento.
“Con il convegno di oggi – ha sottolineato in conclusione Daniela Bortolotti, della segreteria regionale Cgil Emilia Romagna – apriamo un percorso e lanciamo un messaggio chiaro: a livello locale si può fare molto per salvaguardare il potere d’acquisto e migliorare le condizioni di vita delle fasce meno abbienti. Un impegno che per la Cgil deve procedere di pari passo con una battaglia più generale su questi temi, che rientrano nella piattaforma della giornata di lotta nazionale di sabato 27 settembre “diritti in piazza”, con manifestazioni in tutte le città capoluogo di provincia dell’Emilia Romagna e del paese”.