È la fantasia, potenza evocatrice e creatrice, capace di anticipare ciò che ancora non si vede, di rivaleggiare con la natura nella creazione di cose artificiali e mondi di finzione, di immaginare l’inimmaginabile.Tra l'”archivio dei sensi” e il “teatro della ragione” esiste una potenza intermedia che consente all’uomo, “divino camaleonte” – secondo la definizione di Gian Francesco Pico della Mirandola – di proiettarsi nel futuro, inventare il nuovo e costruire miti collettivi.
Sarà questo il filo conduttore della ottava ed attesa edizione del Festival di Filosofia e delle lezioni magistrali, in programma a Modena, Carpi e Sassuolo dal 19 al 21 settembre e che si avvale del quanto mai significativo alto patrocinio della Presidenza della Repubblica.
“Non a caso il Festival della Filosofia – sottolinea Graziano Pattuzzi, Sindaco della città- si caratterizza sempre più come marchio autentico di eccellenza culturale e promozione stessa delle nostre città e delle loro specificità, come nel caso di Sassuolo, la notorietà mondiale nel campo della produzione e della ricerca ceramica”.
Modena, con Sassuolo e Carpi guidano infatti un gruppo di città europee intenzionate a dare vita ad una rete stabile di Festival dedicati alla filosofia. L’obiettivo è accedere a finanziamenti triennali o quinquennali di Bruxelles, ma anche favorire scambi di esperienze e di iniziative tra città che si propongono di portare la riflessione filosofica in piazze, giardini, chiese, caffè e teatri con iniziative rivolte ad adulti e bambini.
Nelle piazze e nelle chiese delle tre città, come sempre, grandi maestri del pensiero contemporaneo si confronteranno dunque con il pubblico su alcuni grandi temi che spaziano dai neuroni a specchio alle grandi utopie collettive, dall’architettura come luogo dell’immaginazione sociale alle ragioni di chi rifiuta le figure fino e alla immaginaria fondazione celtica della Padania. Ma anche dal jazz al cinema, dalla letteratura alla moda maschile, dalla profezia alla qabbalah e tanto, tanto altro ancora…
“Venendo al programma della nostra città – puntualizza Stefano Cardillo, Assessore alla Cultura – possiamo rimarcare ancora una volta come Sassuolo sia sede di una grande Mostra artistica, nell’ambito del proposta complessiva del Festival, dedicata quest’anno al grande designer e artista a tutto tondo italiano, Bruno Munari che si svolgerà alla Paggeriaarte di Piazzale della Rosa e la cui ricerca sull’arte creativa è un punto di riferimento fondamentale per l’arte contemporanea.
”Il titolo della mostra, “Fantasia esatta”, si ispira al termine goethiano con il quale Carlo Ludovico Ragghianti definiva il lavoro di Munari, poi diventata una delle chiavi di lettura del suo lavoro.
“Ma non dobbiamo dimenticare poi tutto il ricco, stimolante programma (laboratori esperienzali, spettacoli, visite ed incontri) dedicato specificamente ai ragazzi e ai bambini…”
Remo Bodei, supervisore scientifico del Festival, farà il punto sul concetto di avvenire parlando delle utopie otto e novecentesche che hanno alimentato grandi speranze collettive. Un importante capitolo del Festival sarà riservato al rapporto tra verità e finzione, realtà e artificio.
Ragionando sulla differenza tra imitare e copiare, Salvatore Natoli sabato 20 – farà emergere come l’uomo, per non naufragare nelle apparenze, debba “inventare” verità e “costruire” immagini di realtà; Maurizio Ferraris – venerdì mattina- mostrerà il ruolo della memoria in questa edificazione tutta umana, Pietro Montani rifletterà sulla narrazione cinematografica, con la sua originale connessione tra fatti e finzioni, e Omar Calabrese sull’imitazione immaginativa che fonda la moda e in particolare l’eleganza maschile.
Ancora al funzionamento della potenza immaginativa saranno orientati gli interventi di Carlo Sini, attento alla soglia mobile che lega la fantasia con la voce e l’oralità, di Ermanno Bencivenga, che ne sottolineerà le “regole” e la connessione con l’attività razionale, e di Christoph Wulf, che mostrerà il fondamento antropologico dell’immaginazione, radicato nelle azioni e nei rituali sociali. Umberto Galimberti esaminerà il simbolo come fonte di immagini secondo un processo che non appartiene alla storia della cultura, ma alla profondità dell’inconscio.
Mentre Giacomo Marramao – domenica pomeriggio – spiegherà la difficoltà contemporanea di immaginare un futuro ormai “colonizzato” dalla globalizzazione e Roberto Esposito, sempre domenica alle 17.30 – proporrà di considerare “l’impersonale”, spazio neutro e inclusivo che rinvia all’originaria unità del vivente, come luogo di possibile innovazione sociale.
All’utopia dell’uomo civico, che ha cura attiva dei beni comuni e degli spazi pubblici, sarà dedicata la riflessione di Franco Cassano – domenica mattina – mentre Marc Augé – domenica pomeriggio – parlerà dell’architettura come luogo dell’immaginazione sociale e della costruzione dell’avvenire.
Allo stupore dell’evento come fatto inventivo che si stacca dalla catena del rapporto tra causa ed effetto sarà dedicata la lezione di Sergio Givone, sabato mattina, mentre all’improvvisazione come pratica culturale, esemplificata nelle variazioni del jazz, sarà dedicata la lezione di Davide Sparti.
Non resta quindi che lasciarsi trascinare nella corrente impetuosa ma al tempo stesso dolce del vortice degli appuntamenti (ce n’è davvero per ogni palato,per ogni interesse) che animeranno, con le connessioni personali che ognuno di noi potrà crearsi a piacere, senza soluzione di continuità tutti i luoghi (fisici e dell’anima) dei tre giorni della grande Kermesse.
Buon Festival della Filosofia a tutti, allora.