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Reggio E.: crisi Dual, raggiunto un accordo al Ministero

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“La difficile trattativa di ieri al Ministero del lavoro per la concessione della Cassa integrazione straordinaria biennale per la cessazione della Dual ceramiche ha avuto esito positivo, anche se le condizioni poste dal Ministero per avere il secondo anno – previsto dalla legge solo come eccezione – sono molto pesanti”.

Questo il commento dell’assessore provinciale al Lavoro, Gianluca Ferrari, al ritorno da Roma.
La delegazione reggiana presentatasi al Ministero – composta da azienda, Confindustria ceramica, delegati sindacali e sindacati di categoria, il Comune di Carpineti con l’assessore Nunzio Ferrari e il sindaco Nilde Montemerli, che è anche presidente della Comunità montana, la Provincia con l’assessore Gianluca Ferrari e i due funzionari provinciali incaricati di seguire le crisi aziendali – dimostra l’importanza e la complessità della vicenda, che vede tutti i 114 lavoratori della Dual (di cui 72 donne) in esubero in un territorio, come quello montano, dove già ora le prospettive occupazionali non sono positive.
La crisi Dual, come noto, era iniziata in primavera ed era stata formalizzata dall’azienda il 16 maggio con l’apertura della procedura per licenziare tutti i dipendenti per cessazione dell’attività produttiva, motivata dalla fine della domanda dei “pezzi speciali” e dalla diseconomicità, rispetto alla agguerrita concorrenza, della residuale parte di produzione rappresentata dai cosiddetti “fondi”.

L’azienda, che ha la proprietà in comune con il gruppo Emilceramica, ma giuridicamente non ne fa parte, si è trovata in un mercato molto difficile con impianti superati per mancanza di investimenti. Ipotesi di continuazione parziale dell’attività sono state fatte cadere dalla stessa azienda per la mancanza di un piano industriale che avesse prospettive almeno di medio periodo.
La delicata trattativa si è conclusa ieri con una Cassa integrazione straordinaria biennale che andrà a regime gradualmente da lunedì 22 settembre al 31 ottobre, data di cessazione dell’attività, e la cui durata biennale è stata richiesta presentando proposte e documentazioni elaborate congiuntamente fra parti sociali e istituzioni.
“Questo risultato, niente affatto scontato, è frutto anche dell’impegno delle istituzioni locali che hanno voluto essere attori in una crisi che non poteva rimanere circoscritta al tavolo di trattativa fra le parti, tanto che, ad esempio, già da giugno per trovare sbocchi di lavoro e per meglio mirare la formazione professionale ai fabbisogni delle imprese, abbiamo coinvolto le forze economiche, sia per la Dual sia per il complessivo territorio, nell’individuazione più puntuale delle tendenze dell’occupazione in montagna, dove la realtà produttiva è soprattutto fatta di microimprese – commentano l’assessore provinciale Gianluca Ferrari e il sindaco Nilde Montemerli – Ora, però, inizia la fase più complessa. Mentre sono state accolte le proposte impegnative elaborate a Reggio circa la formazione, la riqualificazione e l’accompagnamento al lavoro dei lavoratori in esubero, con risorse aziendali e della Provincia, il Ministero ha infatti posto come condizione ineludibile per il secondo anno di Cigs il reinserimento lavorativo nel primo anno del 30% dei lavoratori, da cui saranno detratti solo i pochi pensionamenti. Nell’interesse dei lavoratori è stato quindi raggiunto il primo risultato: avere tempo sufficiente per governare e ridurre il pesante impatto sociale che grava innanzitutto sul territorio del comune di Carpineti, dove nel tempo si è ridotta drasticamente la presenza di realtà industriali significative, e poi sugli altri comuni di residenza dei lavoratori, principalmente Castelnovo Monti e Viano”.
L’assessore provinciale al Lavoro, in piena sintonia con il sindaco di Carpineti e presidente di Comunità montana, giudica comunque “che il Ministero dovrebbe applicare le regole che si è dato, visto che il 30% non è previsto dalla legge, tenendo maggiormente conto delle condizioni concrete”.
“L’obiettivo è posto in alto – concludono Montemerli e Ferrari – In primo luogo concorreranno a raggiungerlo i lavoratori, che come è nella storia della montagna, spesso si faranno carico di lunghi spostamenti quotidiani. Ma ora si apre un nuovo fronte di impegno anche per le istituzioni locali, che con la collaborazione delle forze economiche dovranno con continuità dare attuazione al piano di gestione degli esuberi, principalmente arrivando a realizzare formazione personalizzata adeguata alla ricerca di sbocchi occupazionali ed avvalendosi degli incentivi per l’occupazione femminile decisi dalla Comunità montana d’intesa con la Provincia”.