Si avviano a conclusione i lavori per la messa in sicurezza e il pieno ripristino della funzionalità irrigua del Canale Diversivo di Burana che hanno interessato, nel modenese, i comuni di Mirandola, San Felice s/P e Finale Emilia, Bondeno nell’alto ferrarese.
I lavori, iniziati nel 2007, sono stati resi necessari dal riscontro di alcuni problemi di stabilità arginale che pregiudicavano la sicurezza delle difese spondali a causa di un generale slittamento dei terreni degli argini verso l’acqua che rendeva, tra l’altro, più gravoso il regolare deflusso delle acque destinate all’irrigazione.
“Il Canale Diversivo di Burana serve un territorio di Bassa Pianura tra modenese e ferrarese caratterizzato da un’estesa rete di canali che fungono da scolo (trattandosi di un’ampia piana alluvionale) e da veicolo irriguo per una zona a forte connotazione agricola – afferma il presidente del Consorzio di Burana Fausto Balboni. – Nell’area, accanto a coltivazioni tradizionali, si assiste ad un grande sviluppo di coltivazioni ortive, industriali e di serra, che vanno nella direzione di una sempre maggiore espansione e qualificazione. Per questo è nostro compito garantire che il reticolo irriguo sia nelle condizioni di massima efficienza: per far fronte all’aumento di fabbisogno idrico cui stiamo assistendo da diversi anni a questa parte e, dall’altra, assicurare elevati standard di sicurezza idraulica nei periodi di alta piovosità ad un territorio fortemente antropizzato ed industrializzato“.
Il Diversivo di Burana, con la sua portata massima di 29 mc/sec, è la principale arteria del Bacino idrografico delle Acque Alte: mentre in inverno raccoglie tutte le acque di pioggia dalle campagne del Bacino delle Acque Alte e da numerosi centri urbani scaricandole in Panaro, in estate, con l’aiuto di alcuni sbarramenti e diversi impianti di sollevamento, è in grado di distribuire le acque dal Po fino quasi alle porte di Modena, consentendo l’irrigazione di quasi tutta la pianura modenese.
Il direttore del Burana, Gianni Chiarelli, conclude: ”abbiamo optato per la realizzazione di una difesa spondale in massi naturali, particolarmente indicata per la difesa dall’erosione anche in presenza di variazioni idriche come quelle che si verificano nei nostri canali. Questa scelta, inoltre, ci ha permesso di contenere fortemente gli oneri di manutenzione e ha limitato l’impatto ambientale, prestandosi ad un rinverdimento naturale delle sponde. Accanto al pietrame, là dove la situazione di dissesto era meno critica, abbiamo messo in opera delle palificate in legname. Si tratta di un intervento importante, dal valore di oltre 3 milioni di euro, che riporta in sicurezza un’ampia zona e dalla quale trarranno vantaggio sia i centri urbani (particolarmente Finale Emilia e Bondeno dove si erano registrati i maggiori fenomeni di dissesto arginale) che l’economia agricola della zona”.