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Legambiente: più controlli ambientali in montagna

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“Il nostro appennino – dichiara Massimo Becchi presidente della Legambiente Reggio Emilia – rappresenta da sempre un territorio difficile da controllare e dove i reati ambientali si sprecano: si concentrano qui infatti difficoltà topografiche che rendono facile a bracconieri, raccoglietori di funghi ed altri prodotti, pescatori e semplici cittadini praticare l’attività oltre il limite posto dalle normative, senza che negli ultimi anni ci sia stata una presenza continuativa di personale addetto alla vigilanza. Questo lo abbiamo potuto riscontrare durante le attività di vigilanza che abbiamo svolto negli ultimi mesi con le nostre Guardie Ecologiche Volontarie, dentro e fuori il Parco Nazionale, dove non abbiamo mai incontrato nessun altro organo di polizia addett ai controlli ambientali”.


“In questo senso – continua Becchi – diamo il benvenuto al nuovo responsabile e coordinatore del Corpo Forestale dello Stato del CTA (Coordinamento Territoriale per l’Ambiente) del Parco Nazionale, per il suo nuovo incarico, il Dott. Ernesto Crescenzi, confidando di poter vedere risultati, che finora non sono mancati, a partire dal grosso problema del bracconaggio, bocconi avvelenati e lacci, perché già troppe volte gli animali della nostra montagna sono oggetto di gravi violenze, reati molto gravi, punibili penalmente come prevedono le leggi, pesca selvaggia, discariche abusive, problemi nella raccolta dei funghi, flora protetta, tutte questioni a cui noi cerchiamo già di dare corso nel territorio del Parco attuando già da tempo la vigilanza”.