“Un sindacato che recuperi, con uno scatto di orgoglio per la sua funzione, il più ampio credito della base sociale di cui rappresenta
gli interessi. E che lo faccia cominciando con un generoso sforzo di unità di tutte le sue componenti”.
Il segretario dei pensionati Cisl Antonio Uda, a Salsomaggiore per una sessione di studi della Fnp di Emilia-Romagna, ha collocato nello scenario della crisi economica conclamata, un appello che – ha detto – si fonda sull’esperienza
storica e culturale dei lavoratori in pensione che hanno subito sulla loro pelle i costi di ripetute e pesanti crisi.
“Sappiamo ad occhi chiusi – ha detto Uda – meglio di qualsiasi analista, qual è la catena dannata delle crisi cicliche: euforia speculatrice – drenaggio del reddito verso le classi ricche – incapacità delle classi politiche di domare le forze selvagge del mercato -inflazione e perdita di potere
d’acquisto dei ceti popolari – stagnazione perché il cavallo dei consumi interni non riesce più a bere dopo la terza settimana del mese. E quindi: recessione, stagflazione e
contribuenti chiamati a pagare le spese dei disastri speculativi.
“Dopo gli annunci di crisi diffusi ieri di qua e di là
dell’Atlantico – ha continuato – siamo alle ultime fasi del circolo vizioso, quello in cui, pur crollando i mercati internazionali delle
materie prime, comprese quelle alimentari, i prezzi al consumo non calano perché le risorse vengono drenate per pagare i fallimenti di potentati che comunque conservano la loro forza dominante. L’esempio petrolio-petrolieri-prezzo alla pompa è solo il più scandaloso di tutti in questo senso. Uno scenario globale – ha
sottolineato Uda – che nel nostro paese è solo quantitativamente (ma non qualitativamente) aggravato dal deficit di governance.
“E’ evidente – ha concluso il segretario dei pensionati Cisl – che in questo quadro il più fastidioso elemento di disturbo da neutralizzare è il sindacato. Ma deve essere ancora più evidente a noi e alla gente che chiamiamo attorno a noi per darci forza, che la nostra capacità di contrasto deve dispiegarsi non nel
negare infantilmente la crisi, come è nella tentazione ricorrente dell’estremismo di sinistra, bensì nella capacità di mostrare
alla maggioranza sociale moderata e benpensante di tutto il paese che il sindacato, proprio in questi frangenti, sa farsi interprete sia degli interessi di più diretta rappresentanza che del bene comune generale.