Dal primo settembre in 15 regioni italiane su 20 arriva la preapertura della stagione venatoria.
Quest’anno, denuncia il Wwf, la preapertura, prevista come eccezione dalla legge nazionale sulla caccia solo per poche specie migratorie, diventa l`occasione per aprire ufficialmente la caccia anche alla fauna stanziale in un periodo in cui molte specie selvatiche sono particolarmente vulnerabili: non sono in pericolo solo quaglie e tortore, tradizionalmente oggetto della preapertura, ma anche altra ‘selvaggina’ che si potrà cacciare liberamente su gran parte del territorio italiano, “con punte di accanimento in Molise e Basilicata, che anticipano la stagione rispettivamente per 13 e 10 specie di cui molte stanziali, Umbria con 9 specie, Emilia Romagna, Toscana, Veneto e Calabria con cinque specie o poco più”.
Per il Wwf la situazione è resa ancora più allarmante per la caccia in deroga alle specie protette, “che quest`anno sembra un fenomeno incontrollato”: sono infatti ben 7 le regioni che, con la ‘scusa’ dei danni portati all`agricoltura, hanno aperto la caccia ai piccoli uccelli protetti dalle direttive comunitarie, come i passeri, la passera mattugia, lo storno, il fringuello, ma anche il cormorano e addirittura le semidomestiche tortore dal collare e piccoli insettivori come le pispole. Sotto il fuoco d’accusa del Wwf Veneto e Lombardia, oltre ad Emilia Romagna, Toscana, Marche, Liguria (proposta solamente) e Trentino Alto Adige, dove la Provincia di Bolzano ha aperto la caccia alle marmotte, sospesa poi dal Tar proprio nei giorni scorsi su ricorso del Wwf e di altre associazioni ambientaliste. Per Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf Italia il bilancio bilancio finora è “assolutamente negativo”. Maglia nera praticamente per tutte le Regioni, dato che chi non ha scelto la preapertura ha previsto la caccia in deroga e maglia rosa solo al Piemonte, dove la stagione aprirà regolarmente e senza deroghe.