Dopo la soppressione degli Intercity di giugno, i disservizi per ritardi e soppressioni di luglio e il
dimezzamento dell’offerta di agosto, dal 1° settembre la Regione Emilia Romagna da il “via libera” ad un pesante aumento delle tariffe ferroviarie. Una terapia d’urto che prevede per l’utenza occasionale e per gli abbonati incrementi senza precedenti. Il progetto d’integrazione tariffaria varato dalla Regione, scarica costi
insostenibili direttamente sugli utenti del trasporto ferroviario e rischia seriamente la “falsa partenza”.
Il Progetto “Mi Muovo” attraverso l’integrazione tariffaria e la semplificazione dell’utilizzo dei mezzi pubblici poteva determinare il rilancio del trasporto ferroviario, a vantaggio del diritto di “muoversi” e della salute di tutti i cittadini. Federconsumatori non condivide e respinge la portata degli aumenti autorizzati dalla
Regione che, a differenza dei dati forniti, prevedono per la corsa semplice incrementi dal 15 al 18% e per gli abbonamenti mensili e annuali incrementi dal 6 al 10%. Un’ondata di aumenti che prende di mira in particolare gli utenti che acquistano biglietti di corsa semplice e biglietti e abbonamenti di prima classe.
Aumenti che rendono di nuovo vincente l’auto privata proprio mentre questa utenza si stava rivolgendo al trasporto pubblico per l’alto costo dei carburanti. Aumenti che di fatto costituiscono una ulteriore erosione delle risorse economiche di molti cittadini, con prevedibili ricadute inflattive sul loro potere d’acquisto.
La Regione Emilia Romagna ha scelto di integrare il trasporto ferroviario regionale con treni Intercity: a giugno Trenitalia ha soppresso parte di questi treni, facendosi beffe degli obblighi nei confronti di Regione e utenti. Negli stessi giorni, il Garante “Prezzi” faceva rilevare come le stesse tariffe di Intercity ed Eurostar fossero cresciute in Italia (+6,5%) più di ogni altro paese europeo. Mentre si assiste a questo aumento generalizzato delle tariffe, la qualità del servizi continua a peggiorare: carrozze chiuse, porte rotte, aria
condizionata non funzionante, locomotori guasti. Trenitalia, in questa “terra di nessuno” che è diventato il trasporto ferroviario, spadroneggia sulle tariffe, applicando a suo vantaggio l’accordo di programma stipulato con Governo e Regioni. La parte dell’accordo che prevede un fondo di dotazione per l’acquisto di 1.000 treni pendolari risulta orfana e priva di sostenitori. Tanto è vero, che Trenitalia e Regione Emilia Romagna non si
accordano per il previsto incremento del 10% nel trasporto regionale, ma concordano sull’applicazione di aumenti del 18% delle tariffe.
Federconsumatori denuncia da tempo questa situazione inaccettabile di progressivo decadimento del trasporto ferroviario e ritiene non più rinviabile una forte iniziativa a tutela degli utenti. Nei prossimi giorni, Federconsumatori metterà in campo una prima iniziativa con la pubblicazione del “Libro Nero” del Trasporto Ferroviario, con denuncia di inefficienze, connivenze e responsabilità di questa gestione fallimentare del trasporto su rotaia. Un primo passo da cui partire per contrastare la tendenza negativa in atto e che vedrà l’associazione impegnata su diversi fronti in questi mesi.