Parte dalla chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, passa per l’oratorio dell’Immacolata Concezione e si conclude in quello di Santa Caterina da Siena il concerto “promenade” che l’organista Pietro Pasquini tiene oggi – lunedì 18 agosto – a Fiumalbo, nell’ambito di “Armonie tra musica e architettura”. Il concerto inizia alle 21, l’ingresso è libero.
In programma brani di Cabanilles, Correa de Arauxo e Aguilera de Heredia, poi di Haendel e Corelli, quindi di Morandi e Gherardeschi.
Il concerto è organizzato in collaborazione con l’Accademia dello Scoltenna e con l’organaro Pier Paolo Bigi. “Armonie”, la rassegna di concerti nelle chiese del territorio modenese, è promossa dalla Provincia di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con la direzione artistica dell’associazione “Amici dell’organo Johann Sebastian Bach”.
Pietro Pasquini, originario di Crema, si è diplomato in organo e composizione organistica al Conservatorio di Piacenza e in Clavicembalo al Conservatorio di Ferrara. È titolare della cattedra di organo e composizione organistica al Conservatorio di Udine e svolge attività concertistica anche con gruppi strumentali e vocali.
Fiumalbo, città d’arte d’origine medievale, concentra nella sola piazza principale tre chiese che conservano organi antichi: la parrocchiale di San Bartolomeo, consacrata nel 1220, ampliata alla fine del ‘500 e poi di nuovo nei secoli successivi, custodisce uno dei più pregevoli organi del territorio modenese, costruito da Domenico Traeri nel 1730 e restaurato a cura della Provincia da Paolo Tollari nel 1999. Collocato in cantoria sopra la porta d’ingresso, è racchiuso in una splendida cassa dove troneggia l’aquila estense.
Di fronte alla parrocchiale sorge l’oratorio dell’Immacolata Concezione, costruito nel 1516 e detto “dei bianchi” dal colore della divisa della confraternita costituita nello stesso anno. Vi è collocato un organo di Nicomede Agati datato 1843. Dello stesso artigiano, e costruito l’anno successivo, è l’organo dell’oratorio di Santa Caterina, detto dei rossi, anche in questo caso per il colore del mantello della confraternita che lo gestiva. Nonostante le piccole dimensioni, l’organo, restaurato nel 1979 da Pier Paolo Bigi, presenta un quadro fonico ricco, con vari registri di colore.