E’ di oltre 65 mila ettari la superficie forestale della provincia di Modena e corrisponde a quasi un quarto (24,2 per cento) del territorio con un tasso di boscosità medio, naturalmente, molto diverso tra la pianura (meno del 2 per cento), la bassa collina (12 per cento), l’alta collina (34 per cento) e l’alta montagna dove sfiora il 50 per cento. Le specie arboree individuate sono 112: dall’abete bianco all’olmo siberiano passando per il castagno, il platano, il pioppo e la quercia rossa.
Sono dati che si ricavano dalla Carta forestale, uno dei tanti studi elaborati per la definizione del quadro conoscitivo del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) adottato dal Consiglio nelle scorse settimane e per il quale è possibile presentare osservazioni fino al 13 ottobre (informazioni: e-mail).
La questione ambientale e la tutela del paesaggio, infatti, sono due aspetti centrali del Ptcp che rappresenta il principale strumento di pianificazione a medio-lungo termine sull’uso del territorio indicando anche obiettivi di qualità e limiti sui quali impostare la pianificazione urbanistica comunale. E tra gli obiettivi c’è anche quello di accrescere le aree protette portandole al 10 per cento (oggi sono al 6,5 per cento) e connettendole tra di loro per le creazione di una vera e propria rete ecologica provinciale.
«Porre un limite all’uso del suolo e dare un preciso indirizzo alle trasformazioni del territorio – spiega il vice presidente della Provincia Maurizio Maletti – non significa infatti voler “congelare” e fermare lo sviluppo, anzi, partendo da una conoscenza approfondita dell’esistente vuol dire attivare azioni in grado di garantire miglior qualità ambientale e maggiore tutela del patrimonio naturalistico e paesaggistico».
Rientra in questa strategia le definizione della Carta forestale i cui elaborati sono consultabili anche sul sito internet della Provincia, comprese le tabelle che riepilogano la distribuzione dei boschi comune per comune: la maggiore superficie di area forestale è a Frassinoro (oltre 6.700 ettari, il 70 per cento del territorio comunale), Fanano e Pievepelago sono intorno ai 5.700 ettari, a Pavullo ce ne sono oltre 5.300. Ma è Riolunato che ha la quota maggiore di superficie forestale nel suo territorio sfiorando l’80 per cento con 3.517 ettari di boschi.
Cresce il mercato dell’energia
Oltre due terzi delle aree forestali complessive del territorio modenese, il 69 per cento, sono a governo cosiddetto ceduo (indica il modo in cui il bosco viene rinnovato in seguito a tagli periodici), mentre l’11 per cento è a fustaia (si rinnovano per seme), costituito prevalentemente da rimboschimenti di origine artificiale e da cedui in avviamento all’alto fusto.
L’elevata presenza di cedui deriva dalla tradizione selvicolturale della montagna, che privilegiava questo tipo di utilizzo in quanto consentiva turni più brevi per la produzione di paleria, di legna da ardere e di legname per utensileria, che rappresentavano le esigenze forestali di gran lunga prevalenti delle popolazioni locali fino al secondo dopoguerra. Oggi la maggior parte di questi boschi si trova nella fase matura per un calo di utilizzo e si apre quindi l’esigenza di individuare appropriati modelli gestionali «tenendo conto – osservano i tecnici – che si profila un’inversione di tendenza con una crescita del mercato della legna da ardere e dei suoi derivati, come il cippato».
L’interesse del mercato verso le fonti energetiche rinnovabili, quindi, «rende necessaria – sostengono i tecnici – una riflessione sulla gestione delle risorse forestali, come anche indicato negli strumenti regionali di pianificazione settoriale».
La Carta forestale indica anche le aree che sono state percorse da incendi (quasi 30 ettari, 19 dei quali nel solo comune di Riolunato), gli arbusteti, le aree temporaneamente prive di vegetazione a causa di frane o altri danni, così come i castagneti da frutto coltivati (289 ettari: 51 dei quali a Zocca, 43 a Pavullo, 41 a Fanano), gli altri impianti di arboricoltura (800 ettari: 141 a Modena, 100 a Mirandola, 51 a Carpi) e i parchi e i giardini storici (67 ettari).