Continua fino al 27 agosto lo “stato di grave pericolosità” per gli incendi boschivi dichiarato dalla Regione come periodo di maggior rischio, soprattutto in montagna, a causa delle condizioni climatiche, della vegetazione secca e della disattenzione di agricoltori e turisti.
E raccomandando «la massima cautela a tutti», l’assessore provinciale all’Ambiente Alberto Caldana ricorda come sia stata potenziata la vigilanza che «quest’anno vede circa 200 volontari impegnati nelle operazioni anti incendi boschivi». Sono sette, infatti, i punti di avvistamento fissi ad alta quota per tenere sotto controllo ampie zone di territorio, ai quali si aggiunge un sevizio di vigilanza mobile per monitorare le aree più a rischio di incendio. Il servizio, che si avvale di gruppi attrezzati anche per gli interventi di soccorso e di spegnimento degli incendi è predisposto dalla Provincia in collaborazione con il Corpo forestale dello Stato, la Consulta provinciale del volontariato per la protezione civile e le Guardie ecologiche volontarie.
I punti di avvistamento sono: monte Calvanella per la zona di Sestola e Fanano, monte Cantiere a Lama Mocogno, il Sasso della Croce a Guiglia, il monte Nuda a Pievepelago, il monte Ravaglia a Serramazzoni, la Torre di Gaiato a Pavullo e il monte Pizzicano a Serramazzoni.
Ogni squadra, attiva dalle 14 alle 19, è dotata di binocolo, bussola, cartina tipografica, radio portatile ed è collegamento con la sala operativa provinciale, mentre le squadre mobili sono dotate di Gps per la rapida localizzazione del punto segnalato. Gli automezzi sono contrassegnati dalla scritta “Servizio avvistamento incendi boschivi”.
Per le segnalazioni di avvistamenti di un incendio sono attivi 24 ore su 24 i numeri telefonici 1515 della Forestale e 115 dei Vigili del Fuoco: è importante fornire informazioni il più possibile precise rispetto alla localizzazione.
In caso di incendio boschivo la responsabilità dell’intervento di spegnimento è del Corpo forestale dello Stato; se ci sono rischi per persone ed edifici, la direzione delle operazioni passa ai Vigili del fuoco.
Nel 2007 bruciati 11 ettari
Lo scorso anno nel modenese gli incendi nel periodo estivo sono stati una ventina con quasi 11 ettari di superficie boschiva distrutta dalle fiamme. Oltre 11 ettari erano bruciati anche nel 2006 quando si verificarono però solo cinque incendi. Dal 2003 a oggi gli ettari di terreno bruciati sono oltre 45.
Oltre alle favorevoli condizioni climatiche e alla vegetazione secca, tra le cause più ricorrenti c’è la disattenzione di agricoltori e turisti: dai mozziconi di sigaretta abbandonati ancora accesi alle marmitte calde a contatto con sterpaglie secche, fino dall’eliminazione con il fuoco di residui vegetali.
Per quest’ultima pratica bisogna comunque rivolgersi alla Forestale ogni volta che si ha intenzione di farlo nei pressi di un bosco: nel periodo di “grave pericolosità”, comunque, è assolutamente vietato a una distanza di 200 metri e le sanzioni vanno da mille a 10 mila euro. Per chi causa un incendio è prevista la reclusione da quattro a dieci anni in caso di dolo, da uno a cinque anni in caso di colpa.