A seguito della proposta del consigliere del Pdl, Andrea Leoni di una moratoria di due anni per la costruzione di nuove moschee, contenuta in una interrogazione regionale depositata oggi, si segnala la dichiarazione del Presidente dell’Associazione intellettuali musulmani d’Italia ripresa dall’agenzia di stampa nazionale Il Velino.
“Siamo favorevoli a una moratoria di due anni sull’apertura di nuove sale di preghiera islamica”.
Lo dichiara Ahmad Gianpiero Vincenzo, presidente dell’associazione Intellettuali Musulmani Italiani e già direttore del dipartimento Dialogo Interreligioso del Gruppo Misto al Senato.
“La richiesta del consigliere del Pdl, Andrea Leoni, potrebbe essere presa in considerazione non solo per l’Emilia Romagna, ma per tutto il territorio nazionale, purchè questo periodo venga effettivamente impiegato per definire lo statuto giuridico dei musulmani in Italia”.
“Manca, infatti – continua -, non solo un’intesa, come previsto dall’articolo 8 della Costituzione, ma anche una qualsiasi forma alternativa di legalizzazione delle moschee. In questa situazione si rischia di favorire chi si muove nell’illegalità, mentre basterebbe quanto meno avviare serie consultazioni con l’unico ente finora riconosciuto dallo Stato, vale a dire la grande Moschea di Roma”.
Per quanto riguarda la proposta lanciata nei giorni scorsi da Carlo Ripa di Meana di una Biennale del dissenso islamico, Vincenzo dichiara di essere “in principio sempre d’accordo con iniziative dedicate al dialogo, soprattutto se condotte in maniera veramente aperta al confronto tra le forze più rappresentative del mondo intellettuale islamico e occidentale. Avrei non pochi dubbi, però, a farla coordinare da Magdi Cristiano Allam. Ci sarebbe il pericolo di intendere l’iniziativa come una provocazione contro la religione islamica, che lui stesso, dopo la sua conversione al Cattolicesimo, ritiene violenta. Prendo molto sul serio le sue affermazioni relative a una presa di distanza radicale dall’Islam. Tanto vale rispettare la sua volontà ed evitare le derive di un proselitismo religioso, purtroppo molto diffuso e che non fa bene nè a una parte, nè all’altra.
D’altra parte – conclude – abbiamo fondato l’associazione Intellettuali Musulmani Italiani proprio per sottrarre la comunità islamica alla influenza di autori fondamentalisti come al-Banna e Sayyid Qutb e per riscoprire i principi di una civiltà mediterranea nella quale ritrovare le radici di tutte le tradizioni religiose della famiglia di Abramo”.