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Calcio, Lanna: ‘Bologna meta ideale’

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”Bologna è la piazza importante che cercavo: sono motivato e voglio dare il massimo”.


A Casteldebole è stato presentato oggi Salvatore Lanna, il difensore arrivato dal Torino.

“La trattativa col Bologna è nata e si è sviluppata nel giro di pochi giorni. Ho fatto il ritiro col Torino sapendo che, se si fosse presentata una buona occasione, l’avrei voluta cogliere: è arrivata quella di passare al Bologna, squadra che per me rappresenta una prima scelta, ed eccomi qui.

Hai lasciato il Torino che è allenato proprio da De Biasi, allenatore che hai avuto ad inizio carriera.
“L’ho avuto a Carpi e di fatto mi ha lanciato lui nel calcio vero: era la mia prima stagione da professionista. Sono però ormai passati molti anni da allora e poi queste sono decisioni che spettano anche alle società: probabilmente non rientravo nei programmi del Torino e, anche se fossi restato in granata, magari sarei partito a gennaio. Invece l’occasione importante, per me e anche per il Torino, si è presentata adesso ed entrambe le parti sono soddisfatte”.

Per te cosa rappresenta Bologna?
“Vengo a Bologna, una piazza importante, con grande entusiasmo: il fatto che mi abbia cercato una società così prestigiosa mi riempie di orgoglio. Tra l’altro, Bologna è il capoluogo della mia regione e questo è un motivo in più per cercare di far bene. Come tutti i giocatori, ho sempre aspirato alle grandi squadre e fin da piccolo ho visto Bologna come la piazza importante per eccellenza: venivo qui a vedere le partite con gli amici. Per me essere qui oggi è molto stimolante: è l’occasione importante da non farmi sfuggire. Dal momento che sono in comproprietà, poi, cercherò di fare di tutto per farmi apprezzare e far sì che il Bologna mi riscatti a fine campionato”.

Sei stato la bandiera del Chievo, dove hai giocato undici campionati, poi un anno fa il trasferimento al Torino.
“A Verona sono arrivato quando avevo diciannove anni: lì sono cresciuto e ho fatto quasi tutta la mia carriera, diventando anche capitano. Non è stato quindi facile lasciare una società che per me ha significato tanto e a cui rimarrò sempre legato. Quella di passare al Torino, e quindi in una piazza blasonata, era l’occasione che cercavo, così come quella che mi ha portato qui a Bologna”.

Hai vissuto l’epopea del Chievo e ora riparti da Bologna: a parte il fatto che anche il Bologna è una neopromossa e che pure qui c’è una società snella, noti altre somiglianze?
“Sì, ce ne sono parecchie: per esempio, l’aria che si respira in spogliatoio. Sono qui da pochi giorni ma ho subito notato che c’è molta genuinità: c’è un gruppo nutrito di giovani e ci sono giocatori esperti che hanno molto entusiasmo e sono i primi a trascinare il resto del gruppo. Questo è uno dei capisaldi su cui costruire la stagione alle porte”.

Come hai ritrovato Marazzina, tuo compagno per anni al Chievo?
“Più responsabilizzato: a Verona era inserito in un’intelaiatura importante che aveva la sua forza nel collettivo, mentre ora è maturato diventando un giocatore di per sè importante. Tra l’altro, qui è il cannoniere da cui i tifosi si attendono molto: la piazza lo responsabilizza e lui è uno di quelli che nelle responsabilità riesce a tirare fuori il massimo. È un ragazzo che ha carattere: ha cercato di tornare nel calcio che conta e che gli compete, come compete al Bologna: da lui tutti ci aspettiamo grandi cose”.

Tu sei difensore di fascia ma l’anno scorso hai giocato anche centrale.
“Ho sempre fatto il terzino sinistro. Al Torino ho giocato centrale in un momento nel quale numericamente eravamo contati: l’allenatore ha adattato me in quel ruolo perché conosco bene i movimenti della difesa a quattro, All’occorrenza posso farlo, ma il mio ruolo è quello di terzino, anche perché mi piace partecipare alla fase offensiva”.

Cosa rappresenta per te un allenatore come Del Neri, emblema della rivelazione Chievo?
“Con i difensori ha lavorato sempre in maniera schematica: il reparto lavorava d’insieme, tutti noi ci muovevamo con le stesse idee. Mi ha quindi insegnato a difendere in un certo modo dandomi un bagaglio di esperienza che spero e credo mi possa sempre servire. È un allenatore che mi dato tanto e ha influito nella mia carriera: con lui ho raggiunto la Serie A e altri traguardi importanti, gli sono molto legato”.

Il Dall’Ara è stato teatro della retrocessione del Chievo, nello spareggio col Catania.
“È un motivo in più per fare bene: devo sfatare questo tabù. Quella della retrocessione col Chievo è la più brutta giornata che ho vissuto da quando gioco a calcio: tornare in questo stadio mi rende ancora più voglioso e determinato”.

Conoscendo bene la Serie A, come valuti il Bologna ai nastri di partenza?
“Questa squadra ha un valore importante: ci sono buone individualità, l’allenatore lavora molto bene sul campo e partire in sordina può esser solo un vantaggio. L’anno scorso a Torino siamo partiti in modo diverso; si parlava traguardi importanti e poi ci siamo ritrovati invischiati nella lotta per non retrocedere. Qui sta a noi cercare di stupire”.

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