Più di 300 persone hanno partecipato giovedì scorso a “La notte della civetta”, l’iniziativa promossa dall’assessorato comunale Ambiente insieme al centro recupero Lipu Croce Alata per restituire la libertà a una ventina di civette che sono state curate nei mesi scorsi presso il centro.
Per i partecipanti l’appuntamento è stata occasione sia per percorre in “versione by night” il nuovo percorso naturalistico che segue la sponda destra del Crostolo, sia per conoscere più da vicino la vita di questi animali notturni e per ascoltare storie, miti e leggende sulle civette e sulla tradizione che li dipinge come uccelli porta-sfortuna. Questa credenza, come hanno scoperto molle famiglie reggiane, risale all’epoca medioevale e in particolare è ricollegabile alle abitudini di vita di quel periodo quando le uniche sorgenti di luminose erano le candele ed i lumini ad olio. Queste luci che, di notte restavano accese nelle delle case dove c’erano persone ammalate o moribonde, attiravano insetti e piccoli animali che diventavano facili prede delle civette. Così spesso la morte veniva associata alla presenza delle civette che gravitavano attorno alle case dei malati.
Il centro Lipu-Croce alata, all’interno del parco Abracadabra di via Terrachini-viale Olimpia, ogni anno cura circa 1200 volatili selvatici provenienti da tutto in nord Italia, poiché è una struttura unica in Regione e uno dei pochi centri esistenti sul territorio nazionale. Aperto nel 2000, grazie al sostegno del Comune e della Provincia di Reggio, ospita, oltre a una “clinica” per volatili, la Casa del Kako, una struttura con finalità informative e didattiche che svolge attività con le scuole e la città come “La notte della civetta” di giovedì scorso.
Il Centro è aperto ogni ultima domenica del mese dalle ore 15 alle 19. Per gli incontri didattici, info: 347 8047298.