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Sicurezza: da domani 3000 militari nelle città

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Poche ore al “debutto” dei 3 mila militari destinati ad affiancare le forze dell’ordine nel “controllo del territorio”. Incassato il placet del Comitato nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica, il “Piano di impiego del personale delle forze armate” diventerà infatti operativo domani – lunedì 4 agosto – in applicazione del decreto adottato dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, di concerto con il collega della Difesa, Ignazio La Russa.

Quattro le armi coinvolte: Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri (dai reparti speciali di questi ultimi arriveranno gli uomini impegnati nel pattugliamento).
Mille militari andranno a presidiare i Cie (Centri identificazione ed espulsione), i Cara (Centro accoglienza per richiedenti asilo), e i Cda/Cspa (Centro di accoglienza/Centro soccorso prima accoglienza): 70 ad Agrigento (Lampedusa), 115 a Bari, 60 a Bologna, 25 a Brindisi, 40 a Cagliari, 70 a Caltanissetta, 30 a Catanzaro, 100 a Crotone, 80 a Foggia, 90 a Gorizia, 80 a Milano, 40 a Modena, 60 a Roma, 50 a Siracusa, 70 a Torino e 20 a Trapani.
Altri mille saranno impiegati nella vigilanza di siti e obiettivi sensibili, sedi istituzionali e diplomatiche, luoghi di culto: 797 a Roma, 174 a Milano e 29 a Napoli. Le restanti mille unita’ saranno riservate a compiti di “perlustrazione e pattuglia”: a Bari (90), Catania (90), Milano (170), Napoli (150), Padova (45), Palermo (50), Roma (195), Torino (80) e Verona (75). Un saldo complessivo di 945 uomini, cui ne vanno aggiunti 55 del “personale di comando e controllo. “Tale attività – spiegano al Viminale – sarà svolta in un’area definita dai prefetti attraverso un modulo base che prevede la presenza di una pattuglia a piedi con due unità delle forze armate e di uno o due appartenenti alle forze di polizia”.

I militari avranno compiti di pubblica sicurezza e non di polizia giudiziaria, potranno cioè effettuare arresti solo in flagranza di reato: tra le priorità individuate, la lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti, alla prostituzione e ai reati di tipo predatorio.

La verifica dell’attuazione del piano – della durata di sei mesi, rinnovabile una sola volta – è affidata a un comitato tecnico istituito presso il ministero dell’Interno e composto dal capo della Polizia, dal capo di stato maggiore della Difesa e dal comandante generale dei carabinieri.