Confagricoltura, C.I.A. e COPAGRI di Bologna e Modena ritengono non incoraggianti i primi segnali mandati dalla risicata maggioranza del nuovo consiglio di amministrazione del Consorzio Agrario di Bologna e Modena.
Dopo una assemblea elettorale contestatissima sia nelle procedure di convocazione che nelle incredibili modalità di svolgimento (drammaticamente vissute in prima persona da centinaia di soci) , la nomina del presidente e del vicepresidente di espressione Coldiretti con la
maggioranza di un solo voto (8 consiglieri contro 7) rappresenta l’ennesimo atto di “prepotenza sindacale”, visto anche il risicatissimo margine con le quali si sono risolte le elezioni ( 50 voti di differenza su 1750).
Il segnale mandato da Col diretti è forte e chiaro: abbiamo vinto e ci prendiamo tutto.
“Crediamo che la vera vittoria sia invece stata di tutti coloro, tra i quali molti associati della Coldiretti, che non hanno voluto confermare il
presidente uscente Pancaldi e lo hanno bocciato clamorosamente alle urne.
“Sono purtroppo lontani i tempi in cui si gestivano le nostre cooperative con spirito di servizio nei confronti dei soci rispettando tutte le
rappresentanze. Riteniamo tale atteggiamento pregiudiziale, preoccupante e non funzionale al buon andamento del Consorzio Agrario. Non sappiamo come reagiranno tante aziende non sentendosi più sufficientemente rappresentate
e tutelate”.
Per puro senso di responsabilità nei confronti di tutti gli agricoltori bolognesi e modenesi, Confagricoltura, C.I.A. e COPAGRI hanno chiesto ai 7 consiglieri di propria estrazione di accettare la carica per vigilare sul buon andamento dell’azienda. Ciò anche per rispetto agli 800 soci che li hanno votati.
Contestualmente però si riservano di verificare e di percorrere ogni tipo di strada anche di natura giudiziaria , civile e penale, in difesa del
trattamento subito dai soci il 17 luglio
Il tempo dirà come la nuova presidenza saprà affrontare le sfide che attendono il Consorzio, avendo scelto di governare a colpi di maggioranza.
Il mondo agricolo e tutti gli imprenditori bolognesi e modenesi vogliono che si torni a pensare al Consorzio Agrario e non più a sedie mantenute ad
ogni costo o a strategie sindacali nazionali che non interessano le imprese agricole.