Dall’ultima rilevazione dell’Osservatorio sulla popolazione straniera emerge un quadro demografico della provincia di Reggio Emilia, dinamico, in linea con l’andamento complessivo regionale, ma con indici di crescita più significativi, che interessano in modo particolare la componente straniera. Infatti, al 31 dicembre 2007, i residenti in provincia di Reggio Emilia sono 510.148 di cui 46.648 extracomunitari e 5.772 cittadini appartenenti all’Unione europea.
La provincia di Reggio si conferma così al primo posto in regione per incidenza dei cittadini stranieri sulla popolazione complessiva. Mentre la popolazione complessiva è aumentata dell’1,7 per cento (8.594 unità in più), la componente straniera ha registrato un incremento del +12,1 per cento rispetto al 2006, il che significa un aumento di 5.663 residenti (la variazione dal 2005 al 2006 era di + 9,2 per cento).
I dettagli del Rapporto stranieri 2008 sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa a cui erano presenti la presidente della Provincia Sonia Masini, l’assessore alla Solidarietà Marcello Stecco, il prefetto di Reggio Bruno Pezzuto, il questore Francesco Perucatti, il direttore della Caritas Gianmarco Marzocchini, la dirigente del servizio Programmazione sociale e sanitaria della Provincia Maria Lodovica Fratti e la dirigente dell’Area welfare locale della Provincia Angela Ficarelli.
Con l’allargamento l’ingresso nell’Unione Europea di altri due stati – Romania e Bulgaria – a decorrere dal 1° gennaio 2007, si osserva un importante aumento dei cittadini comunitari residenti. Tale incremento non è dovuto soltanto ad un aumento delle presenze ma anche al fatto che i cittadini di questi stati residenti alla fine del 2006 nella nostra provincia, con l’anno nuovo hanno cambiato il loro status diventando cittadini comunitari.
L’allargamento dell’Ue ha di riflesso prodotto degli effetti sugli indici di presenza, provocando un maggior aumento, rispetto a quello reale, della popolazione europea e, di converso, una flessione negli indicatori dei cittadini non comunitari.
Le comunità più rappresentate si confermano quella marocchina (16,3 per cento del totale delle presenze straniere), albanese (11,3 per cento) e indiana (8,8 per cento). Per la prima volta entra nella rosa dei primi 10 stati per presenza di immigrati, un paese dell’Unione Europea, la Romania (6,2 per cento), collocandosi al sesto posto.
Nel corso degli anni, la percentuale dei residenti immigrati da stati dell’Africa settentrionale (Marocco, Tunisia i più rappresentati) diminuisce in rapporto alle altre comunità, sebbene numericamente sia in crescita costante. E’ l’Europa dell’est, che a partire dal 2002, guadagna posizioni in conseguenza soprattutto ai provvedimenti di regolarizzazione.
Per quanto riguarda il rapporto fra i generi, si conferma la tendenza al raggiungimento di un equilibrio nella popolazione straniera comprensiva della componente non comunitaria. Permangono comunque significative differenze all’interno delle singole comunità. Prendendo a riferimento le prime dieci nazionalità per numero di presenze, le donne prevalgono in Romania (54,1 per cento), Moldova (67,3 per cento) e in Ucraina dove il divario è schiacciante (82,9 per cento); mentre tra i residenti provenienti dagli altri stati il rapporto volge a favore degli uomini.
La struttura per età della popolazione non comunitaria evidenzia una presenza alta di bambini fino a 10 anni (18,6 per cento) e di giovani adulti, ovvero di persone di età compresa tra i 20 e 44 anni (54,6 per cento). Negli anni la componente minorile è sempre aumentata sia in rapporto alla popolazione complessiva della stessa età, sia nei confronti della comunità immigrata.
I residenti stranieri, comunitari e non comunitari, sono concentrati per la maggior parte nel distretto del Comune capoluogo (rispettivamente il 51,8 per cento degli europei e il 48,7 per cento dei non comunitari), mentre la restante parte è distribuita in maniera non omogenea sul territorio: gli europei sono più numerosi a Scandiano e Montecchio, al contrario i cittadini non comunitari a Guastalla e Correggio.
Dal 1993 Guastalla è la zona con il più alto rapporto dei cittadini stranieri non UE sulla popolazione residente, nel 2007 Reggio Emilia supera Correggio.
Invece le zone in cui si osserva la più alta incidenza di cittadini UE sulla popolazione totale sono Reggio Emilia, Scandiano, Castelnovo ne’ Monti, e per ultima Guastalla.
La presidente della Provincia Sonia Masini, nel commentare i dati, ha voluto sottolineare come “Reggio è una provincia che cresce e questo non può che essere un dato positivo. Significa che non siamo in declino, che c’è dinamismo e che è possibile vincere le sfide anche economiche”. La presidente si è poi soffermata sul fatto che “occorre analizzare dentro a questa crescita cosa c’è. Quello che non possiamo tollerare sono le irregolarità, la clandestinità, il non rispetto delle regole di comune convivenza oltre che delle leggi. Infatti, spesso non sono i reati a incrinare la convivenza, ma comportamenti sbagliati. Dobbiano chiedere a chi viene da fuori rispetto per noi e a nostra volta non ridurici a trattare allo stesso modo delinquenti e onesti lavoratori”. La presidente ha affermato che “il nostro sistema produttivo ha bisogno di questi lavoratori, ma la crescita non può essere selvaggia, occorre governare l’economia affinché lo sviluppo sia di qualità. Abbiamo bisogno di intelligenze, di giovani che progettano qui il loro futuro, non solo di mandopera, e gli imprenditori devono sentirsi responsabili di questo processo. Non deve esserci spazio per il lavoro nero. In questo modo si realizza quello che possiamo definire il ‘sogno reggianio’, perché la nostra realtà locale vive oggi una dimensione importante in Europa ed è vista con attenzione positiva e interesse da parte degli altri Paesi”.
“L’analisi demografica ci rivela come l’immigrazione sia orma un fenomeno strutturale” ha commentato l’assessore alla Solidarietà Marcello Stecco, che ha poi passato in rassegna alcune importanti iniziative messe in campo dalla Provincia in questi anni: “Il parere sulle donne migranti per la Commissione europea; la Carte dei valori per l’integrazione; un osservatorio sugli appalti pubblici oltre che un protocollo apposito contro il lavoro sommerso; politiche abitative eque”. A questo proposito l’assessore Stecco ha voluto precisare: “Non si pensi che siamo di fronte ad un’occupazione, gli stranieri che hanno avuto accesso ad un alloggio di edilizia residenziale pubblica, rappresentano il 17 per cento”. L’assessore alla Solidarietà ha poi voluto delinare obiettivi futuri: “Stiamo lavorando su un progetto per una forte alfabetizzazione, perché la comunicazione è un presupposto essenziale per l’integrazione”.