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Ferrovie regionali: nuovo statuto e più investimenti

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Più possibilità di sviluppare investimenti sul territorio grazie all’ampliamento dell’oggetto sociale per quello che riguarda «la pianificazione strategica del trasporto passeggeri in connessione con il servizio ferroviario metropolitano e del trasporto merci». E’ una delle principali novità che verranno introdotte nello statuto della società Fer (Ferrovie Emilia Romagna) nell’assemblea dei soci convocata per il 30 luglio.


Nel frattempo, il Consiglio provinciale di Modena ha approvato le modifiche (a favore la maggioranza, contro l’opposizione) che comprendono anche la diminuzione da nove a tre del numero dei consiglieri di amministrazione, il dimezzamento del loro compenso (quello del presidente è fissata nel 60 per cento dell’indennità dei consiglieri regionali), la possibilità di aumentare il capitale sociale anche con beni in natura e la possibilità di convocare l’assemblea anche per il socio di maggioranza. La Provincia di Modena, come ha ricordato l’assessore provinciale alla Viabilità Egidio Pagani illustrando il provvedimento, è socia di Fer con un quota del 5,7 per cento del capitale.

Secondo Giorgio Barbieri (Lega Nord) si tratta «dei soliti carrozzoni per dare spazio e soldi a qualcuno e le riduzioni previste non cambiano questa realtà».

Franca Barbieri (Pd) ha replicato definendo «inammissibile la logica che gli amministratori pubblici debbano essere una sorta di “volontari”, perché si chiedono loro competenza e tempo. È falso moralismo e disfattismo pensare che tutti gli enti sono inutili».
Cesare Falzoni (An-Pdl), rilevando che la riduzione dei compensi è stata decisa dal Governo Prodi sull’onda delle proteste popolari ha affermato che «questi incarichi o venivano strapagati prima o sottopagati ora. In ogni caso c’è qualcosa che non funziona».

Per Giancarlo Bertacchini (Pd) quello dei compensi è invece «un falso problema, dato che il compenso minimo di un dirigente del settore è di 62 mila euro. Quello di cui dovremmo parlare è di come qualificare gli amministratori non di quanto pagarli».