A proposito del libro di Pansa “I tre inverni della paura” e del fatto che gli sono falliti alcuni incontri per presentarlo, ritengo di poter precisare che l’A.N.P.I. non era a conoscenza di questi incontri e non ha certo esercitato alcuna pressione verso chicchessia; ogni scrittore e/o storico è libero in questo Paese, per fortuna c’è ancora la democrazia e non esiste censura, di scrivere ciò che gli detta la coscienza. Però non è certo corretto dubitare delle capacità e della indipendenza di giudizio degli Amministratori dei Comuni citati.
Ancora una volta il Dr. Pansa se la prende con l’A.N.P.I.; ma l’A.N.P.I. costituita dai “vecchioni antifascisti” dove può trovare la forza e la capacità di essere tanto influente?
La verità è che quando si continuano a scrivere “gialli” (senza offesa per i giallisti) e si pensa di avere trovato un giacimento d’oro, parlando male della Resistenza e della lotta di liberazione, ci si convince di essere un ”vero storico” e ogni disguido lo inacidisce. Ma ci consenta il Dr. Pansa, di storici molto impegnati e capaci di riflettere sul quel periodo storico, così difficile e drammatico, ce ne sono: da Colotti a Pavone a Franzinelli e fino a De Felice, e quelli sono in grado di fotografare quel periodo della storia nazionale, con i suoi chiari e i suoi scuri. Noi dell’A.N.P.I. a quella Storia ci riferiamo.
Come A.N.P.I. non abbiamo protettori, né di sinistra, né di centro sinistra. Apprezziamo e stimiamo tutti i partiti e movimenti che si rifanno ai valori dell’antifascismo, della Resistenza e tutti quelli che ispirano le loro politiche e i loro comportamenti ai principi della Costituzione del 1948.
Si metta in pace il Dr. Pansa e non cerchi di tirare per la giacca l’A.N.P.I. che con le sue vicissitudini non ha proprio nulla a che fare.
(La Presidente Aude Pacchioni)