L’Attivo regionale Emilia Romagna di Femca, Filtea, Uilta, si è riunito per fare la sintesi della consultazione sui rinnovi contrattuali di tutto il sistema moda industria (tessile-abbigliamento-maglieria, calzature e pelletteria, piccole e medie imprese e tessili vari), l’intero settore della moda conta in Italia più di 700 mila addetti e 40.000 in Regione.
Le assemblee dei luoghi di lavoro stanno approvando l’Ipotesi di accordo con oltre il 90% di consensi.
I punti qualificanti del nuovo contratto nazionale sono riassumibili in:
– un aumento salariale pari a 94€ (la richiesta in piattaforma era di 95 €) che corrisponde ad un più 7% in 2 anni; vale a dire un risultato coerente con l’inflazione prevista e ben oltre all’inflazione programmata dal Governo (1.7% all’anno);
– l’innovazione di alcune norme che sono funzionali ad una gestione tra le parti delle politiche per la qualificazione, l’innovazione, lo sviluppo delle filiere e del settore moda (Inquadramenti e formazione professionale; il sistema informativo; ecc.);
– il rafforzamento di alcuni diritti come quello della malattia degli apprendisti, l’inserimento di lavoratori diversamente abili, il diritto di precedenza dei lavoratori con contratto a termine in caso di nuove assunzioni a tempo indeterminato;
– il miglioramento della previdenza integrativa (più 0,20% sulla quota a carico delle imprese).
Si è inoltre respinto, durante la vertenza contrattuale, il tentativo delle controparti imprenditoriali di aumentare gli orari di fatto, di avere mano libera nella modulazione degli orari, di introdurre lo straordinario obbligatorio, di limitare le settimane di ferie consecutive (temi molto importanti e molto sentiti in un settore con forte presenza di manodopera femminile).
Femca, Filtea, Uilta dell’Emilia Romagna, nel giudicare positivamente la chiusura della stagione contrattuale nazionale del settore (negli ultimi sei mesi si sono firmati i rinnovi nell’artigianato, nell’industria e nella piccola e media impresa), hanno concentrato l’attenzione sullo scenario che ci sarà in autunno: rischio dell’aggravarsi della crisi economica ed industriale e l’emergenza prezzi e salari. Le misure che il Governo ha preso e stà prendendo con il DPEF e la Finanziaria non danno risposte alle richieste che Cgil, Cisl e Uil hanno presentato con la Piattaforma Fisco e con il Documento unitario sul Modello Contrattuale ed anzi vanno in tutt’altra direzione rispetto all’obiettivo dell’incremento dei redditi e dei salari dei lavoratori dipendenti, inoltre non ci sono politiche e risorse per difendere e sviluppare il settore.
Per questo in autunno i tessili saranno impegnati a gestire i risultati contrattuali, “a sostenere i tavoli di confronto per le politiche del sistema moda”, a rivendicare risposte alla piattaforma fisco per incrementare i redditi dei lavoratori dipendenti ed a sostenere il confronto per la modifica delle regole sul modello contrattuale dando più spazio alla contrattazione.
(Femca, Filtea, Uilta Emilia Romagna)