Da tempo l’argomento “buoni pasto” è un’area oscura dove regna la più assoluta libertà da parte delle società di gestione di proporre e applicare commissioni e condizioni in barba a qualunque norma e soprattutto in barba al buonsenso.
Proprio in quest’ultimo periodo la situazione si sta ulteriormente aggravando poichè alcune società hanno deciso di aumentare addirittura del 100% le commissioni applicate ai pubblici esercizi, arrivando anche ad applicare un ulteriore costo aggiuntivo del 2,5% per ottenere nel giro di pochi giorni quelli che in realtà sono soldi nostri.
Questa situazione è ormai insostenibile, perchè da un lato tutti i pubblici esercizi stanno facendo di tutto per non aumentare i propri listini e dall’altro diverse compagnie applicano aumenti fuori da ogni logica di buonsenso proprio in un momento in cui i pubblici esercizi non intendono riversare sui clienti gli aumenti che le società emettitrici vorrebbero applicarci.
Per questa ragione il nostro sindacato, di cui sono presidente, ha intenzione di iniziare a Bologna, una campagna per sensibilizzare da un lato gli utenti dei Buoni Pasto, e dall’altro per chiedere verifiche anche da parte dell’Antitrust sulla regolarità del comportamento di alcune società di gestione.
Tutto questo con l’obiettivo di arrivare ad ottenere una normativa per cui i buoni pasto siano equiparati ad assegni bancari e quindi il loro valore di vendita sia quello nominale (oggi vengono venduti alle aziende con sconti anche del 4/5% che poi le società riversano sull’aumento delle commissioni ai pubblici esercizi) e che il loro valore sia corrisposto a chi li incassa alla presentazione del resoconto o comunque entro e non oltre i primo 20 giorni, dopo di che saranno conteggiati gli interessi passivi alla società emettitrice.
Per portare avanti le proprie istanze, il nostro sindacato deciderà nei prossimi giorni le azioni da intraprendere, con la convinzione che così non può continuare.