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Processi di stupro: AN e FI sulla decisione della provincia di Bologna

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Dopo circa un anno la Provincia rompe il silenzio e decide di non seguire l’indirizzo dell’intero Consiglio provinciale che le aveva chiesto di costruirsi parte civile nei processi di stupro, dicendo definitivamente no a tale istanza.
Sono argomentazioni molto deboli quelle portate avanti dall’Assessore Lembi intervenuta in Commissione Pari Opportunità per giustificare questo rifiuto. Così Claudia Rubini (AN-PDL).


Io avrei voluto vedere soprattutto in questo momento un’azione convinta, politicamente coraggiosa da parte di un Ente che deve comunque difendere le donne che subiscono violenza sul proprio territorio.
Ed invece la Provincia di Bologna si trincera dietro ad un semplice “c’è giurisprudenza contraria” per chiamarsi fuori rispetto all’essere parte nei processi penali di stupro.
Ed anche, cosa ancora più politicamente scorretta, per giustificare la propria scelta afferma che tra l’altro le donne stuprate che denunciano sono solo 1 su 10 ed allora, parlando di esigenze di poche, meglio non intervenire…..
Queste argomentazioni sono per me intollerabili: le donne violentate vanno difese soprattutto con azioni pragmatiche, anche eventualmente temerarie, che vadano al di là del dato semplicemente giurisprudenziale, dato che poi ovviamente è sempre mutabile!
Qui emerge chiara una cosa: purtroppo la Provincia di Bologna non vuole fare la propria parte nei processi. Ha sempre taciuto, poi è stata sollecitata da un ordine del giorno a firma della sottoscritta, consigliere di AN-PDL ed allora ha scelto di temporeggiare: finalmente dopo un anno, e sempre incalzata da me, è stata costretta ad esplicitare il proprio no trincerandosi dietro dati meramente tecnici, fra l’altro opinabili e per nulla politici.
E tutto questo avviene sulla pelle delle donne che vengono stuprate sul territorio della provincia di Bologna e che hanno il coraggio di sporgere denuncia!

Ho appreso con stupore – dichiara il Vice Presidente del Consiglio Provinciale Giuseppe Sabbioni, FI-PDL – che la Provincia, come riferito oggi in Commissione Consiliare dell’Assessora Lembi, non si costituirà parte civile nei processi per stupro.
Ciò è stato motivato sulla base di orientamenti giurisprudenziali sfavorevoli.
Senonchè la giurisprudenza, per nostra fortuna, non è immobile come questo Ente dai mille cavilli.
Occorreva quindi avere il coraggio – continua Sabbioni – fedeli al motto veltroniano “si può fare”, di tentare, mettendo anche in conto, che l’azione giudiziaria potesse apparire soltanto un nobile gesto simbolico o dimostrativo.
Un’altra questione resta purtroppo irrisolta – conclude Sabbioni – e cioè la costituzione di un Osservatorio Provinciale sulla violenza sessuale che immetta (tutelando la privacy) i dati di evidenza pubblica custoditi da Questura, ASL, ecc., per capire meglio l’andamento di questa orrenda delittuosità.