Una donna moldava di 35 anni, Veslana M., clandestina, è morta semicarbonizzata all’interno di un casolare diroccato di via Cavo Argine, nel quale abitava da qualche tempo.
E’ accaduto verso le 6.30: un passante si è accorto delle fiamme che uscivano dallo stabile e ha dato l’allarme ai vigili del fuoco. Quando sono arrivati sul posto, i pompieri si sono accorti del corpo della donna e hanno chiesto l’intervento del 118 e della Polizia. Per la moldava non c’era più nulla da fare.
Una morte accidentale, come confermato dai primi rilievi dei medici dell’istituto di Medicina legale, causata da una candela, accesa vicino ad un giaciglio di fortuna, steso a terra, su cui la donna dormiva.
Nella stanza cibo avariato, bottiglie di Vodka, decine di scarpe e indumenti. Scomparso nel nulla il compagno della donna, visto più volte in sua compagnia da alcuni residenti.
In merito alla morte di una donna clandestina che viveva da tempo in uno stabile in via Cavo Argine, il Consigliere regionale del PDL Andrea Leoni, Capogruppo in Consiglio comunale a Modena, ha presentato una interrogazione al Sindaco Giorgio Pighi e ha dichiarato:
“Non è ammissibile che un clandestino possa vivere indisturbato per diversi mesi in uno stabile abbandonato alle porte della città senza essere controllato ed allontanato dal territorio. Non è accettabile che nella stessa via in cui il comune ha costruito la contestata e costosa microarea per nomadi, esistano zone franche dove i clandestini possono bivaccare indisturbati. Tragedie del genere, che pongono nuovamente Modena ai disonori della cronaca nazionale per il degrado e per l’allarme clandestinità, non possono passare semplicemente come fatti accidentali.
Perché il pericoloso casolare dove è morta la giovane donna moldava era accessibile da chiunque, anziché essere murato? Perché la donna clandestina, già conosciuta per altri fatti di cronaca, non era stata allontanata da Modena? L’occupazione abusiva da parte di clandestini dello stabile era stata segnalata? Se si, perché la Polizia Municipale non è intervenuta per tempo?
Sono domande a cui chiediamo al Sindaco Pighi di rispondere. In attesa che la magistratura chiarisca la dinamica dell’accaduto esistono evidenti responsabilità politiche di cui l’amministrazione comunale non può non rispondere”.