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Parte da Carpi una petizione per il Made in Italy

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Nasce da un’idea modenese di Cna Federmoda e Lapam Federimpresa la petizione nazionale che prende il via in questi giorni a Carpi a difesa del Made in Italy. Una raccolta di firme aperta a tutti i cittadini che verrà effettuata nelle sedi delle due Associazioni e nel corso delle iniziative di categoria (e non solo) che si svilupperanno nelle prossime settimane.


Un’azione di controllo tesa a difendere la corretta utilizzazione del “marchio” Made in Italy, una legislazione attenta che consenta il perseguimento della contraffazione e della fraudolenta utilizzazione di questa definizione, il riconoscimento e la valorizzazione dei percorsi di tracciabilità, il sostegno al disegno di legge per l’istituzione del marchio 100% Italia, l’intensificazione degli sforzi in ambito europeo per l’ottenimento dell’etichettatura d’origine obbligatoria a garanzia del cittadino-consumatore. Sono questi gli obiettivi della petizione, indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, al Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola e al Sottosegretario Adolfo Urso.

“Crediamo – commentano Vanni Po e Matteo Spaggiari, presidenti rispettivamente di Cna Federmoda Modena e Lapam Federimpresa Moda Regionale – che il Made in Italy rappresenta uno dei più importanti valori aggiunti dei prodotti manifatturieri in particolare per ciò che riguarda la moda e l’abbigliamento. Un settore, questo, che, nonostante la crisi, ha un grande impatto, sia a livello nazionale, con 900.000 addetti distribuiti su 80.000 imprese che fatturano all’anno 90 miliardi di euro, sia a livello locale (solo a Carpi sono circa 14.000 gli addetti del settore). Tanto per intenderci, la famigerata Alitalia conta 22.000 addetti, ed in questo caso non si può certo dire che lo Stato sia stato parco di aiuti per la compagnia di bandiera. Basterebbero, allora, i numeri di un’altra bandiera, la moda italiana, per sostenere un’analoga attenzione. Tanto più che non si richiedono soldi, ma leggi che tutelino questo patrimonio. E le leggi non costano nulla”.