«Nel Ptcp prevediamo la creazione di un numero limitato di nuovi poli produttivi, forti e strategici, connessi alle infrastrutture principali e da trasformare in aree ecologicamente attrezzate. In questo modo rispondiamo alle esigenze delle imprese salvaguardando la necessità di un uso corretto del territorio e dell’ambiente». Sono queste le linee strategiche sulle aree produttive del nuovo Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) che sarà adottato entro l’estate dalla Provincia.
Sono state illustrate nel corso di un seminario che si è svolto giovedì 19 giugno nella sede della Provincia al quale hanno partecipato Maurizio Maletti, assessore provinciale alle Politiche urbanistiche, Palma Costi, assessore provinciale agli Interventi economici, Rossella Po, presidente Giovani imprenditori di Confindustria Modena, Donato Pivanti, segretario Cgil Modena, e Adriana Zini, direttore di Promo.
Oggi il territorio provinciale ha ben 236 ambiti produttivi, che occupano complessivamente 21.791 ettari di terreno. «La scelta strategica – ha sostenuto Maletti – è quella di selezionare una decina di poli, confermando sostanzialmente le aree produttive sovracomunali già presenti nel Ptcp vigente, intorno alle quali sono previste possibili espansioni all’insegna della qualità. Le nuove espansioni, insomma, avverranno intorno a queste polarità con criteri ecologici».
Le aree sono quelle di Mirandola, San Felice, Finale Emilia, Carpi, Modena, Modena-Marzaglia-Campogalliano, Sassuolo-Fiorano-Maranello, Vignola-Spilamberto e Pavullo. A queste si aggiunge la previsione di una nuova area a Castelfranco-San Cesario, nella zona della ex Cartiera.
Nel suo intervento Rossella Po ha condiviso «l’attenzione verso uno sviluppo sostenibile e qualificato. E’ possibile coniugare sviluppo e qualità, occorre però rendere più attrattive le aree produttive a livello logistico e dei servizi».
Durate l’incontro è stata presentata anche una ricerca sui fabbisogni di aree produttive che ha coinvolto oltre 2000 imprenditori modenesi. E’ emerso che il 95 per cento non prevede di spostarsi o ampliarsi in altre aree; del cinque per cento che invece hanno in programma uno spostamento o un ampliamento, il 90 per cento lo farà rimanendo nel territorio provinciale (il 70 per cento in quello comunale); per il resto, il cinque per cento prevede di traslocare fuori provincia in Italia, l’altro cinque per cento all’estero in particolare Stati Uniti, Slovacchia e Brasile.