La Riforma Bassanini ha portato brio, efficienza, competitività alla pubblica Amministrazione intervenendo sulla burocrazia soffocante operante nel nostro paese e facendo riacquistare il ruolo che l’italia si merita anche all’interno di questo settore, tra i paesi industrializzati d’Europa. Questo era il parere degli addetti ai lavori e della pubblica opinione quando 10 anni fa circa è iniziata l’opera di ammodernamento del sistema pubblico da parte delle riforme ricordate sotto il nome del suo autore, l’on Bassanini, allora Ministro.
Ora, nel 2008, con il proliferare di Aziende d’ambito che operano nell’erogazione di servizi pubblici, di consigli di amministrazione capienti di persone a cui vengono riconosciute indennità elevate, con il proliferare di province quando l’indirizzo dichiarato era l’opposto, con gli stessi comuni che non sono diminuiti di numero e si preoccupano di realizzare, sostenere e mantenere solo apparati burocratici, con il proliferare di dirigenti e di posizioni organizzative tendenti a giustificarle partendo da una organizzazione che si staglia dall’alto verso il basso e non viceversa, con il proliferare di agenzie con compiti di controllo di prezzi e qualità di servizi, nonché della loro armonizzazione sul territorio, con il boom delle consulenze esterne su materie in cui sono pagati, ed in pianta stabile, dirigenti di livello medio-superiore nostre amministrazioni locali e nell’amministrazione dello stato in genere, ci si chiede qual è stato il vantaggio di tutto questo processo. Se si fanno i conti risulta che oggi, si spende molto di più per ottenere gli stessi servizi che si avevano 10-15 anni fa dai nostri comuni, e badate bene, con un numero di addetti totale (comprese aziende, agenzie che ora non vengono calcolate negli organigramma ma che paghiamo tutt’oggi per le attività svolte) superiori in numero e costi parametrati tra i due periodi. A chi è giovato tutto questo e, è mai possibile che operai e impiegati che occupano posti oggi definiti, in esubero, debbano pagare solo loro il prezzo di scelte compiute a metà e realizzate solo nelle parti in cui si realizzavano in minor misure gli interessi di tutti i cittadini? Bassanini dice che le riforme non sono state completate e ci credo, visto che in Italia quando si prende qualcosa dagli altri stati, copiandoli o imitandoli, si acquisisce solo il peggio e si tralascia in ogni cosa il meglio, ciò che funziona e realizza il concetto di “giustizia sociale” veramente!!
Forse è meglio tornare al passato inserendo, al posto di alcuni istituti, altri che allora, visto da oggi, risultavano funzionare bene, a minor costo rispettando il potere di acquisto di chi vi lavorava o adeguandolo, visto che oggi salari e stipendi, ormai ridotti all’osso nel loro potere di acquisto, sono i soli che ne hanno risentito.
(Bertugli Graziano – Consigliere del Comitato Conto Anch’io a Sassuolo)